Esistono luoghi a Napoli che ti fanno sentire dentro la storia appena ci entri. Uno di questi è sicuramente l’antica pizzeria da Michele, in via Giuseppe Martucci, 93 a forcella, nel cuore della nostra città. Nata nel 1870 ad opera della famiglia Condurro, in questo posto straordinario si sente davvero una grande responsabilità: quella di stare per assaggiare, forse, la migliore pizza di tutta Napoli (che equivale a dire di tutto il mondo). Accomodatevi dunque, e badate bene non riuscirete a trovare un tavolo da condividere solo coi vostri amici e parenti. Starete in mezzo ad altra gente che è arrivata lì come voi per gustare un pezzo di storia. Perché la pizza, si sa, è anche un fatto sociale.
Dopo una estenuate attesa durata 2 ore ci sediamo al tavolo. Il locale è caotico, di quel caos genuino, napoletano, che ti invita a scrutare, a sorridere. Il chiacchiericcio delle persone in attesa, il vai e vieni dei camerieri con in mano quelle pizze fumanti. Ogni volta che ti passano vicino speri che tocchi sempre a te. Ma passiamo alla particolarità della pizzeria da Michele: la scelta delle pizze. Pochissima, ridotta all’osso. Qui potete ordinare solo due pizze: la marinara e la margherita (in due varianti: normale e con doppia mozzarella). Perché questa scelta? Perché sono queste le uniche vere pizze napoletane. Il resto è complicazione, modernità e qui è la tradizione a farla da padrone (come testimonia una bellissima poesia esposta su una parete del locale e che sotto vi riproponiamo).
Pizzeria da Michele: la vera pizza napoletana nel cuore di forcella
La pizza che finalmente arriva è uno spettacolo prima per gli occhi: un sottile disco di pasta con sopra un velo di pomodoro lucente e della mozzarella bianca filante che, in contrasto col verde del basilico, fa subito venire un sorriso. L’assaggio è antidepressivo, una bontà indescrivibile, sottile, buonissima e digeribile. Non è un caso che Julia Roberts nel noto film Mangia, prega, ama sia venuta qui a mangiare per combattere l’esaurimento nervoso. Intanto continuano le firme per far inserire la pizza napoletana nel patrimonio culturale dell’Unesco. Ma adesso godiamoci questa splendida poesia che trovate all’interno della pizzeria da Michele, scritta da Gennaro Esposito in onore della regina delle pizze: la margherita.
Margherita
‘A quando sta ‘o benessere
‘a gente pensa a spennere
e mo’ pure o’ chiù povero
‘o siente ‘e cumannà
Voglio una pizza a vongole
chiena ‘e funghette e cozzeche
con gamberetti e ostriche
d’o mare ‘e sta città.
Al centro poi ce voglio
n’uovo datto alla cocca
e co liquore stok
l’avita annaffià.
Quando sentenno st’ordine
ce venne cca’na stizza
pensano ma sti pizze,
songo papocchie o che.
Ca se rispetta ìa regola
facenno ‘a vera pizza
chella ch’è nata a Napule
quasi ciennt’anne fa.
Chesta ricetta antica
si chiamma Margherita
ca quanno è fatta a arte
po ghi nant’a nu re.
Perciò nun e cercate
sti pizze complicate
ca fanno male ‘a sacca
e ‘o stommaco patì.