“Non siamo persone che si lasciano andare all’odio – ha detto – Quando l’ho persa, io pensavo solo a lei, non a chi me l’ha sottratta. Sono pervasa dall’amore per lei, da quanto mi manca, dalla zia che sarei potuta essere. Non voglio che l’odio verso di lui vinca su di me”. Chiara Tramontano, la sorella di Giulia uccisa con 37 coltellate nella sua casa di Senago mentre era incinta al settimo mese dal compagno Alessandro Impagnatiello, ha parlato durante una lunga intervista alla trasmissione televisiva di Rai Due Ore14.
Il prossimo 18 gennaio inizierà il processo per Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la ragazza. Per lui le aggravanti di crudeltà, dai futili motivi, dal vincolo di convivenza e dalla premeditazione oltre che per distruzione e occultamento di cadavere e di interruzione volontaria della gravidanza del piccolo Thiago. La famiglia di Giulia, che ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro alla Memoria dal Comune di Milano, è costituita parte civile assistita dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti, insieme al comune di Senago che è seguito dall’avvocato Antonio Ingroia.
Le parole della sorella raccontano di quella vita spezzata per sempre: “Siamo cresciute con la mamma che chiamava l’una col nome dell’altra e in cuor mio spero che mia madre sbagli ancora oggi e mi chiami Giulia – ha detto a Milo Infante – Discutevamo come tutte le sorelle, ci rubavamo i vestiti l’una dell’altra, ma i ricordi più belli sono del periodo in cui ho scoperto che sarei diventata zia, e allora era un continuo mandarsi video e messaggi, sono stati dei giorni vissuti con una gioia che non avrò più, i più belli della mia vita”.
“Forse lei pensava che valeva la pena avere una famiglia come la sua, può aver messo da parte qualche dispiacere, ma non avrebbe chiuso gli occhi davanti a segnali, qualora ci fossero stati. Perdonare no, ma fino all’ultimo giorno il figlio le ha dato la forza di andare all’incontro con l’altra donna, senza avvertire noi come faceva sempre. Lei aveva la forza di due persone. E quella sera è tornata non per perdonare, ma per mettere se stessa prima di chiunque altro. Forse questo avrei voluto che lo facesse di più prima. Io non frequentavo l’assassino di mia sorella, non lo conoscevo molto, ma so che lei non se ne vantava molto, di lui ne parlava quando era sfinita dalle delusioni, per cui io mai ne ho avuto un’opinione positiva».
Su Alessandro Impagnatiello dice: “Se mai può pronunciare la parola amore quella persona, non è certo la sua famiglia ad aver amato Giulia. La sua vigliaccheria è tale che se il suo pensiero sfiorasse la sua famiglia, dovrebbe pensare a noi, a cosa ci ha tolto. Sono fiduciosa grazie al nostro legale che ci da coraggio e perché non si inizia una battaglia da sconfitti, perché noi attraverso le nostre parole porteremo i giudici a prendere una decisione. Ma ascolto storie di famiglie che non hanno avuto giustizia e temo che tra dieci anni scoprirò che non era ergastolo e lo rivedremo per strada. Giulia comunque sarà in aula come la figlia di tutti, la sorella di tutti, la mamma che non ha potuto cullare il proprio figlio e io spero che un giorno, quando guarderemo la lapide di Giulia o una foto, sapremo che chi l’ha distrutta, non avrà più una vita, non potrà che essere dietro alle sbarre per sempre”.