“So tutt muort abbruciat“, con questa unica e sola frase uno studente dell’Istituto Archimede di Ponticelli (quartiere dell’area Est di Napoli) ha liquidato un tema dedicato all’Olocausto. Lo svolgimento del compito ha scatenato rabbia e indignazione all’interno della scuola. Di seguito le dichiarazioni rilasciate a La Repubblica dal preside Rirò Stanziano.
“Dobbiamo trovare le parole per evitare che quella ignobile frase, graffiata su un foglio bianco, passi inosservata. Abbiamo da educatori il dovere di accogliere e rilanciare. Sempre più spesso si mostrano incapaci di cogliere le emozioni, di entrare in sintonia con i drammi dell’altro, di mostrare empatia. È una vera patologia, l’alexitimia, ma se ne parla poco“.
“Quel ragazzo ha voluto fare lo splendido? O l’irriverente? O ancora l’ironico barzellettiere?; ha voluto lanciare una aperta sfida alla scuola, all’autorità dei docenti, mostrandosi disincantato e irrispettoso?; ha interpretato la bieca sintesi dell’aggressività più vigliacca ed immorale che guarda a fatti umani e storici gravissimi con indifferenza, distacco e cinismo? Ha inteso interpretare per iscritto le mille battute caustiche ed imperdonabili che rimandano ai forni crematori, alle saponette, al gas letale. Oppure ha usato formule verbali aggressive pari a quei violenti cori da stadio che inneggiano al Vesuvio?“.
“Eppure parlare a scuola della Shoah serve anche a scongiurare questo tipo di condotte. Proprio mentre la nostra compagna Natalie, proprio stamattina, ha ricevuto al Mercadante il premio Valenzi. O mentre, ancora stamattina, abbiamo incontrato lo scrittore Paolo Miggiano e il papà di Paolino Avella nell’ambito del premio letterario Dumontet, grazie al quale alcuni di noi hanno borse di studio per frequentare l’università. Per fortuna i nostri ragazzi sono anche questo e molto di più“.