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Omicidio D’Onofrio, la lettera dal carcere di Giovanni Mignano: “Non sono stato aggredito e non ho fatto il suo nome”

La lettera di Giovanni Mignano dal carcere. Il giovane è stato arrestato per estorsione lo scorso anno. Ora è coinvolto nella vicenda D'Onofrio

Sarebbe stato rapito e portato dinanzi ad uno dei boss di Ponticelli, quartiere dell’area Est di Napoli. Gli uomini di Marco De Micco lo avrebbero picchiato e costretto a confessare un nome: quello di Carmine D’Onofrio. Quest’ultimo è stato poi ucciso a causa di un agguato di camorra. Era lo scorso ottobre, in seguito a diversi episodi criminali avvenuti in zona, le polizia eseguì un blitz che portò ad alcuni arresti. In manette, per estorsione, finì anche Giovanni Mignano. Sarebbe stato lui il giovane aggredito e torturato. Ma la famiglia ha inviato alla redazione di Vocedinapoli.it una lettera scritta in carcere dallo stesso Mignano nella quale è stata smentita l’intera versione dei fatti.

La lettera di Giovanni Mignano dal carcere

Circa tre settimane fa è stato pubblicato un articolo di giornale in cui veniva evidenziato il mio nome riguardo ad una mia aggressione e minaccia di cui sono stato oggetto e a seguito avrei fatto il nome di un ragazzo che successivamente è stato vittima di camorra omicida. Detto ciò voglio smentire il tutto a chi di dovere in quanto totalmente estraneo ai fatti. Oltretutto aggiungo che a causa di questo articolo assolutamente falso sto avendo e temo per la mia vita e quella dei familiari. Chiedo un incontro urgente con chi di dovere per smentire il tutto. Chiedo una sollecitazione al pm della Dda da cui ancora non ho avuto una risposta e mi rendo disponibile anche a sottopormi a una perizia. Colgo l’occasione per porgere i più cordiali saluti“.

I fatti

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra mobile e pubblicato dai media, alcune intercettazioni avrebbero incastrato il capo clan De Micco. Il leader dei ‘Bodo‘ è stato arrestato in seguito ad un’altra operazione delle forze dell’ordine attuata all’inizio del mese di aprile. Pare che il boss oggi detenuto avesse dato l’ordine di morte per D’Onofrio, figlio di Giuseppe De Luca Bossa e nipote del capo clan ergastolano Antonio detto ‘Tonino ’o sicco‘, in quanto ritenuto l’autore di un attacco dinamitardo contro i De Micco accaduto lo scorso settembre.

La lettera di Giovanni Mignano dal carcere
Da sinistra: Giovanni Mignano, Carmine D’Onofrio e Marco De Micco

La lettera

La lettera di Giovanni Mignano dal carcere La lettera di Giovanni Mignano dal carcere