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Picchiato sulla sedia a rotelle e l’incubo di ‘PennaBianca’, l’agente-assassino: “Lo vedi e te la fai addosso”

Chi è l'agente PennaBianca. Il racconto di un detenuto picchiato dal poliziotto incubo dei detenuti: "Ora ti uccido". L'uomo si è fatto pipì addosso

L’agente che temiamo di più è quello soprannominato ‘PennaBianca“, è la testimonianza – riportata da La Repubblica – di un detenuto di origini nord africane. “L’ho conosciuto a Cassino, si accompagna sempre con altri agenti con i quali forma una ‘squadretta’. Sono loro a darti il ‘benvenuto’ quando entri in carcere“.

È soltanto uno dei tanti racconti riportati nei documenti a disposizione dell’autorità giudiziaria. Carte che hanno costituito l’ordinanza firmata dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) e che ha scaturito i 52 arresti tra le file della Polizia Penitenziaria (in totale sono 117 gli agenti indagati, tra cui funzionari e dirigenti).

Chi è l’agente PennaBianca

Una mattanza, una tortura. Uno degli episodi più gravi mai avvenuti all’interno di una casa circondariale italiana“, l’ha definita il Giudice. Il riferimento è ai gravissimi fatti di violenza verificatesi nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere.

Quando il 10 marzo 2020 ho fatto il mio ingresso in carcere ‘PennaBianca’ era li e mi ha detto: ‘Volevo ucciderti già a Cassino“, queste le parole riportate nella testimonianza della persona reclusa. “Nonostante avessi detto di non aver fatto parte di nessuna rivolta mi dicevano di stare zitto e mi picchiavano – ha concluso il detenuto – per la paura di quello che ‘PennaBianca’ avrebbe potuto farmi mi sono anche fatto pipì addosso“.

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Ieri sera il quotidiano Domani ha pubblicato i filmati dei pestaggi. Scene terribili: uomini con le mani legate e costrette a stare ferme o muoversi in ginocchio. Persone trascinate per le scale, persino un detenuto sulla sedia a rotelle è stato vittima delle violenze. Il tutto con orde di agenti che a mani nude e con i manganelli picchiavano senza pietà i reclusi.

Il video dei pestaggi e delle violenze: “Una tortura, una vera e propria mattanza”