Una di quelle storie raccapriccianti, che fotografano appieno la situazione di costante pericolo che si vive in alcune zona della città di Napoli. Così accade che un furto di un motorino arrivi a provocare conseguenze impagabili.
E’ la storia di S.S., una donna di 40 anni, dipendente dell’Anm, la società che si occupa del trasporto pubblico in città. A raccontarla è il portale Napolitan.it, diretto da Luciana Esposito.
Protagonista, suo malgrado, è una donna incita che racconta quello che le è accaduto qualche giorno fa all’esterno della sede della Direzione Anm di Fuorigrotta. Erano da poco trascorse le 15.20, e la 40enne (autista ma a causa della gravidanza impiegata negli uffici dell’azienda) aveva terminato il suo turno di lavoro.
All’esterno del grosso palazzone dell’Anm, S.S. aveva parcheggiato il suo motorino quando sono entrati in azione tre ladri. “Si sono accorti che ero incinta, – racconta la donna – era palese in quanto la pancia era prosperosa nonostante fossi al terzo mese di gravidanza, ma non si sono fermati: hanno proseguito nel misfatto sottraendomi il mezzo parcheggiato regolarmente nell’area di sosta antistante la direzione ANM, sotto il mio sguardo atterrito. Mi hanno adocchiata, seguita ed hanno atteso il mio ingresso nella struttura prima di entrare in azione. Quando mi sono resa conto di quanto stesse accadendo, era ormai troppo tardi. I tre, addirittura, hanno sogghignato, felici del bottino appena depredato”.
Dal danno al dramma, purtroppo, il passaggio è breve. Stesso in serata, dopo la denuncia fatta ai carabinieri, la donna va al Pronto Soccorso in preda a forti dolori addominali. “Quella sera il battito era buono, – racconta – oggi, invece, era assente completamente”. Probabilmente, lo spavento rimediato per effetto di quella rapina, le ha procurato un aborto. “Come risultato, – aggiunge la 40enne – nostro figlio non vedrà mai la luce a causa di queste bestie che vengono lasciate libere di vivere nella nostra città. Dove andremo a finire?”.
Dopo l’aborto, la donna ha deciso di rendere pubblico il suo dramma: “Credo che pubblicare la mia storia possa servire sensibilizzare l’opinione pubblica, affinché non si giri più la testa dall’altra parte, quando si assiste a vicende simili. In molti hanno assistito alla rapina, nessuno ha allertato le forze dell’ordine, sono rimasti tutti inerti a guardare. E quando sono stata male, nessuno si è interessato. Sono stata sola. Solo mio marito mi è stato vicino.”