Finge uno stage di lavoro, poi narcotizza e abusa di una studentessa. Antonio Di Fazio, imprenditore, avrebbe narcotizzato una giovane studentessa, abusato di lei poi scattato alcune fotografie per documentare il fatto. Per questo il manager 50enne milanese è stato arrestato: uno stupratore seriale, da quanto emergerebbe dalle indagini.
L’imprenditore in manette è amministratore della Global Farma, come riporta l’Ansa. È accusato, oltre che di violenza sessuale aggravata, anche di lesioni personali aggravate. Ad eseguire l’operazione i carabinieri del nucleo operativo della compagnia Milano Porta Monforte, al termine di una indagine coordinata dal dipartimento tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli della procura di Milano (procuratore aggiunto Letizia Mannella e sostituto procuratore Alessia Menegazzo).
Sarebbero almeno quattro – oltre a quella che ha denunciato la violenza che ha portato in carcere l’uomo – le vittime, non ancora identificate. È quanto l’Ansa apprende da investigatori e inquirenti. L’arrestato in casa aveva anche una pistola finta, un lampeggiante e un tesserino del Ministero dell’Interno. Secondo l’accusa, Antonio Di Fazio millantava anche rapporti con imprenditori internazionali.
I carabinieri della Compagnia Milano Porta Monforte hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate nei confronti del 50enne Antonio di Fazio, amministratore unico di Global Farma.
Le indagini sono partite dalla denuncia di una studentessa universitaria di 21 anni che aveva raccontato di essere stata invitata ad un incontro di lavoro tra imprenditori per uno stage e di aver perso completamente i sensi dopo aver bevuto un caffè. Si era risvegliata a casa stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente.
Le prove – Nel corso della perquisizione in casa dell’uomo erano state trovate, nascoste in una nicchia a scomparsa della cucina, due confezioni di «Bromazepam», un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine. Poi i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Porta Monforte, in collaborazione con quelli del Nucleo Investigativo di Milano, hanno ricostruito quanto accaduto durante l’appuntamento tra l’uomo e la ragazza.
Tutto accade il 26 marzo. L’imprenditore, dopo aver invitato la vittima a una finta riunione di lavoro, le somministra un’elevata dose di benzodiazepine. Mescolandola con un caffè e un succo d’arancia. La studentessa perde i sensi: intossicazione con avvelenamento. Questo, spiegano i militari, «per privarla della libertà personale, trattenendola presso la propria abitazione contro la sua volontà fino al mattino seguente, porla in uno stato di incapacità di volere e di agire per abusarne e fotografarla».
Il finto alibi – Dopo le perquisizioni, l’uomo cerca di crearsi un alibi. Invita familiari e amici ad aiutarlo e accusa la studentessa e la sua famiglia di tentare un’estorsione ai suoi danni. Ma quello accaduto alla studentessa di 21 anni potrebbe non essere l’unico episodio. Sono in corso ulteriori accertamenti volti ad identificare altre donne che, in passato, avrebbero subito abusi sessuali da parte dell’indagato con lo stesso modus operandi. A tal fine, i carabinieri invitano invitano chiunque abbia incontrato l’imprenditore, accusando successivamente uno stato d’incoscienza, a contattare immediatamente la compagnia Milano Porta Monforte in viale Umbria 62.