Sono passati 4 anni e le persone sfollate chiedono di rientrare nelle loro case, il Comune accelera un bando per la distribuzione di beni confiscati
Effettuata una pulizia straordinaria in via Giannangeli a Sant’Antimo. La strada è salita agli onori della cronaca nel 2017 perché interessata dal crollo di un appartamento del civico numero 35, che ha reso necessario lo sfollamento dell’edificio e di quelli limitrofi (questi ultimi per un periodo limitato). Dopo quasi quattro anni, i condomini del palazzo danneggiato ancora non sono potuti rientrare nelle loro case e sono stati costretti a trovare situazioni alternative, come fittare un altro immobile o chiedere aiuto ai propri familiari.
La storia di via Giannangeli è molto complicata, ad oggi è in corso un processo civile che dovrà stabilire quali siano state le cause del crollo e dunque, le responsabilità. Intanto, proprio perché si attende l’esito dell’iter giuridico, non si può intervenire né per rimuovere le macerie del cedimento, né per ricostruire l’edificio. Così dopo quattro anni i proprietari delle case attendono ancora di sapere se e quando potranno rientrare nelle loro proprietà. Come hanno raccontato in un video su Vocedinapoli.it: “Siamo allo stremo, non ce la facciamo più”.
Alla situazione di stallo si è aggiunta negli anni l’inciviltà di chi ha utilizzato la strada come una discarica in cui gettare qualsiasi genere di rifiuto. Uno scenario di assoluto degrado su cui affacciano anche altri palazzi. “Sono quattro anni – racconta un residente a Vocedinapoli.it – che non possiamo aprire le finestre”. Se da un lato ci sono gli inquilini del civico 35 che sperano nella celerità del processo, preoccupati che il danno a causa delle forti piogge possa aggravarsi e costretti a dover affrontare costi del fitto di un altro immobile. Dall’altro c’è il Comune di Sant’Antimo – attualmente commissariato – che, a causa del processo in corso, ha di fatto le mani legate.
Nei giorni scorsi c’è stato un nuovo sopralluogo del CTU (consulente tecnico d’ufficio), inviato dalla Procura, che dovrà stabilire quali interventi possano essere attuati, senza che si danneggino le prove del processo. La problematica dello scenario è chiara ai commissari straordinari che amministrano il comune di Sant’Antimo. Proprio per questo dopo aver fatto un sopralluogo nei giorni scorsi, hanno provveduto a far effettuare una pulizia straordinaria. “E’ una vicenda molto complessa- spiega la dottoressa Maura Nicolina Perrotta, commissario straordinario – il Comune vuole fare la propria parte, abbiamo chiesto la possibilità di intervenire senza contrapporci al processo per mettere in sicurezza la strada. Abbiamo chiesto al CTU quali interventi si possano fare e speriamo che la relazione sia eseguita in tempi rapidi. Purtroppo sulle macerie che ancora insistono sulla strada non possiamo far nulla fino all’esito del procedimento civile, che stabilirà le responsabilità del crollo”.
Mentre si è in attesa della relazione del CTU, il Comune si è mosso per rimuovere il cumulo dei rifiuti che occupava la zona antistante il crollo dell’edificio in via Giannangeli. Un piccolo passo per restituire un po’ di dignità alla strada e a chi ci abita. Intervento che ha soddisfatto i residenti, come ha spiegato Rosa Castaldo, portavoce del gruppo di inquilini sfollati: “Ringraziamo i commissari per essersi mossi così celermente e aver provveduto alla pulizia della strada, adesso dobbiamo confidare nel senso civico dei cittadini di Sant’Antimo e sperare che rispettino la strada e la propria città”.
La situazione delle persone sfollate per il momento non cambia, finché non ci sarà una sentenza non si potrà intervenire sull’edificio. Il Comune, dalla sua parte, ha accelerato il bando per l’assegnazioni di beni confiscati alla camorra. “Ci siamo mossi subito – spiega il dottor Salvatore Carli, commissario straordinario – a causa di alcune anomalie è stato necessario rifare il bando, ora attendiamo l’esito delle valutazioni della commissione. L’intenzione è aiutare anche i proprietari degli immobili sfollati ad ottenere un alloggio popolare. Il dialogo con loro è sempre aperto, tutto ciò che possiamo fare lo faremo, come l’intervento di pulizia”.