Il Sindaco ha invocato il dialogo e il confronto istituzionale per affrontare la crisi. Intanto a Palazzo San Giacomo niente norme anti contagio
Mancano mascherine, gel igienizzante, guanti in nitrile, visiere, camici, termoscanner, schermi in plexiglass, per non parlare di quei materiali che non dovrebbero mancare mai, come il sapone e i rotoloni. Così, come riportato da Il Mattino, la metà dei dipendenti comunali resterà a casa.
Questo potrebbe causare un definitivo crollo dei servizi pubblici essenziali. Infatti, i dipendenti in questione sono legati a settori quali autisti, giardinieri, fognatori, operai manutentori, addetti ad alcuni servizi di front-office.
LA COLLABORAZIONE –
Le dichiarazioni di Luigi De Magistris a l’Aria che tira su La7.
“Io e De Luca ci siamo sentiti stamattina. È stata un conversazione molto importante e credo che sia giusto così: una cosa sono le differenze politiche che ci dividono, altro è quello che ho sempre auspicato, cioè il dialogo istituzionale. Ci siamo detti che presto ci incontreremo“.
“Se la gestione della ripartenza nella Fase 2 viene affidata a un altro ente, questo porterà caos e non rilancio immediato. Devono essere proprio i sindaci ad avere responsabilità nel costruire le città del post Covid, con poteri, snellimenti burocratici e quelle ricorse economiche che non ci hanno ancora dato“.
“Se i sindaci, quelli che conoscono le città, non contano nulla – avverte de Magistris – la ripartenza allora sarà molto lenta. Non può decidere una task force di scienziati che siedono nella Regione. Noi sindaci siamo stati eletti per costruire un’idea di città, e non per controllare i tavolini“.