“Bisogna fare rete — dice Ascierto, guardando uno a uno i suoi collaboratori —. In questo momento il network è fondamentale così come è importante la condivisione dei dati e delle esperienze concrete”.
LA CHAT INFORMALE
Come riporta il Corriere della Sera, in un articolo a firma di Amalia De Simone, nella stanza numero 3 al quinto piano della palazzina “degenze” dell’Istituto R Pascale di Napoli, si legge come un mantra la chat informale di coordinamento tra il team napoletano guidato da Ascierto e una trentina di altri centri in tutta Italia che stanno utilizzando il farmaco. Marco Palla legge ad alta voce e la mascherina che porta sul volto non attutisce la timida soddisfazione che prova. Lui è uno dei giovani ricercatori che lavora fianco a fianco con Paolo Ascierto, lo scienziato napoletano che ha avuto l’intuizione di sperimentare la terapia farmacologica con il tocilizumab (un farmaco per l’artrite reumatoide) nei pazienti affetti da Covid-19.
LA COSTANTE INTERAZIONE TRA `PASCALE` E ALTRI 30 CENTRI IN TUTTA ITALIA
Palla si occupa di coordinare le chat in relazione al Covid 19. “Ce ne sono due, una tutta napoletana dove è nata l’idea di sperimentare il farmaco, nell’altra invece siamo costantemente in interazione con gli altri centri che ci aggiornano sulla situazione dei loro pazienti”. Le cifre provenienti da tutta Italia finiscono in un database gestito dal ricercatore Marcello Curvietto. “Abbiamo messo in piedi questo database subito dopo aver trattato i primi pazienti all’ospedale Cotugno: così riusciamo a costruire dei casi clinici e a monitorare le curve e i grafici di tutti i valori dei pazienti trattati con il tocilizumab”.