L‘Acrocoro Somalo-Etiopico, situato in Africa Nord orientale, è una delle aree più interessanti al mondo da un punto di vista archeologico. Si tratta di una zona impervia ed estesissima con catene montuose che coinvolgono ben tre Paesi: Etiopia, Eritrea e Somalia Settentrionale. Per le sue alte vette (che arrivano a lambire dai 1500 mt di altitudine i 4550 mt), l’Acrocoro è spesso definito il “Tetto d’Africa“.
L’Africa e l’Etiopia in primis, rappresentano, del resto, la culla della civiltà. Non a caso, proprio in terra etiope è ascrivibile il famoso ritrovamento di ” Lucy”, il primo esemplare al mondo pervenuto di Australopithecus Afarensis. La scoperta risale al 1974 e, nello specifico, concerne centinaia di frammenti ossei corrispondenti al 40% dello scheletro di un esemplare femmina di ominide nostro predecessore.
Lucy (battezzata così in onore della famosa canzone dei Beatles, ascoltata sul campo di ricerca) è divenuta famosa in tutto il mondo e, dopo essere stata trasferita negli Usa, nel 2013 è stata riconsegnata alla sua terra natia: l’Etiopia. Lo scheletro è conosciuto anche come Dinqinesh che in lingua amarica significa “sei meravigliosa“.
Le ricerche archeologiche in Etiopia hanno trovato un nuovo ed ampio respiro proprio grazie all’Università “L’Orientale” di Napoli, la più antica Scuola di sinologia e orientalistica del continente europeo, con una consolidata tradizione di studi nelle lingue, culture e società dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa e delle Americhe.
L’Universita “L’Orientale” è da sempre attenta, con i suoi straordinari docenti, a porre l’attenzione sulle differenze culturali, intese come punto di forza ed accrescimento, tendendo a ritrovare quel fil rouge che, alla fine, ci unisce tutti.
Lo studio della storia e la ricerca archeologica si manifestano come gli strumenti più importanti affinché questo accada. Un fervido esempio di ciò è rappresentato dal progetto di scavo in Etiopia, nato nel 2014 da un’intuizione del Prof. Rodolfo Fattovich il quale, scomparso nel 2018, ha dedicato la sua intera vita alla ricerca e all’insegnamento. Il progetto in questione è stato, poi, egregiamente portato avanti dal Prof. Andrea Manzo, direttore del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo de “L’Orientale” (attualmente docente di “Antichità Nubiane”, “Antichità della Valle del Nilo” e “Antichità Etiopiche” presso lo storico Ateneo).
Quest’anno, come in precedenza, “L’Orientale” intrattiene un importante rapporto con Addis Abeba, grazie all’appoggio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale la quale ha assegnato proprio all’ateneo napoletano l’offerta didattica in archeologia.
Una volta all’anno, gli studenti partecipano alla missione di scavo condotta ad Aksum sotto la direzione del Prof. Andrea Manzo e di Luisa Sernicola. Qui, in modo non diverso da quanto accade per gli studenti di Napoli, le lezioni teoriche vengono supportate ed arricchite con esperienze in campo pratico. Molti i progetti Erasmus pronti a partire per l’Europa e a breve sarà inserito anche un programma di dottorato, con base proprio ad Addis Abeba.
Luisa Sernicola insegna all’Università di Addis Abeba l’imponente storia di Aksum, la città il cui regno segnò la storia dell’Etiopia e che raggiunse il suo culmine sotto la spinta dell’ambizioso re Ezana, battezzato poi con il nome di Abriha nel IV secolo dell’Era Volgare (avvenimento che sancì il passaggio ufficiale alla cristianizzazione del regno).
Giulio Lucarini, ricercatore presso l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR di Napoli, e professore di “Preistoria e Protostoria” all’Università “L’Orientale”, insegna ad Addis Abeba “Archeologia Africana”. Il progetto abbraccia anche lavori di scavo nella necropoli pre-Aksumita di Seglamen.
I docenti de “L’Orientale” mettono, così, le loro conoscenze e la loro esperienza a servizio degli studenti dell’Ateneo collocato nel cuore dell’Africa Orientale, affiancandosi ai docenti locali per circa un mese. Le lezioni riguardano anche la gestione del Patrimonio Culturale, avvalendosi di lezioni frontali e “field trip” (come quello al sito paleolitico di rilevanza mondiale Melka Kunture, al sito megalitico medievale di Tiya o lungo le sponde del Lago Hawassa).
“L’Etiopia è un paese straordinario da un punto di vista paesaggistico e ricchissimo di cultura, custodisce una miriade di gruppi etnici e lingue differenti. La si può visitare cento volte, rimanendone sorpresi e incantati ogni volta. E qui noi italiani ci sentiamo a casa”, afferma Lucarini.
Napoli ancora una volta si afferma in Europa e nel mondo per la grande ricchezza della sua cultura e per la preparazione dei suoi professionisti in ambito scientifico. E’ proprio grazie a questi importanti meriti che si contribuisce a far comprendere ai più, quanto sia importante e faticoso il lavoro dell’archeologo e quanto, mediante la piena conoscenza e divulgazione della storia dell’Africa, si arrivi a conoscere le origini della storia di noi tutti. Solo attraverso una piena consapevolezza e conoscenza della nostra storia possiamo realmente migliorare il nostro futuro.