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Crollo del ponte Morandi, il retroscena: “Il Ministero sapeva”

L'indiscrezione che potrebbe rappresentare una svolta. Il MIT: "Previsione teorica". Le famiglie delle vittime chiedono giustizia

Un documento rimasto fino ad ora segreto ma sequestrato dalla Guardia di Finanza. L’atto fu stilato nel 2014 e messo a disposizione del Mistero dei Trasporti (MIT) già nel 2015. Di conseguenza dal decastero di piazzale di Porta PiaRoma, si era già a conoscenza di un possibile rischio relativo al crollo del ponte Morandi.

L’infrastruttura genovese è andata distrutta nell’agosto del 2018 provocando la morte di 43 persone. Le famiglie delle vittime aspettano ancora che sia fatta giustizia. Intanto, come riportato da La RepubblicaAutostrade ha pubblicato una nota:

La società non è in alcun modo disponibile ad accettare rischi operativi sulle infrastrutture. Di conseguenza, l’indirizzo del cda alle strutture operative è di presidiare e gestire sempre tale tipologia di rischio con il massimo rigore, adottando ogni opportuna cautela preventiva. Per quanto riguarda l’area dei rischi operativi, nella quale rientrava anche la scheda del Morandi, il cda di Autostrade ha sempre espresso l’indirizzo di mantenere la propensione di rischio al livello più basso possibile“.

Il rischio, secondo il quotidiano, sarebbe stato minimo e di natura tecnica. Dopo la produzione del documento, reso ai Cda di Aspi e Atlantia, come pubblicato da La Repubblica, sono accaduti due avvenimenti importanti: “Nel 2017 però avvengono due variazioni di rilievo. La prima: la responsabilità sul Morandi passa dalle Manutenzioni dirette da Michele Donferri Mitelli alla Direzione di tronco di Genova, guidata da Stefano Marigliani (entrambi indagati). La seconda modifica: nel catalogo del rischio non si parla più di “crollo” ma di “perdita di staticità”. Durante gli interrogatori a tutti e due è stato chiesto conto di quei cambiamenti: si sono avvalsi della facoltà di non rispondere“.

Crollo del ponte Morandi, il retroscena: "Il Ministero sapeva"