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“Il silenzio grande”, a teatro leggendo un libro di De Giovanni con gli effetti cinematografici di Gassmann

La storia di una famiglia, il dramma che si incastra alla commedia, un finale che poteva essere più sorprendente

A colpire immediatamente è la bellissima scenografia. Una splendida riproduzione di un’elegante stanza che funge da studio per lo scrittore di successo Valerio Primic interpretato dal bravissimo Massimiliano Gallo. Qui i protagonisti sono i tanti libri che il protagonista tiene ordinati con cura. Il criterio è strettamente personale. Un metodo basato sull’emotività, sul rapporto tra le emozioni scatenate dai volumi e gli stati d’animo di chi vorrà leggerli.

Si svolge in due atti e tutta in quest’unico luogo la commedia firmata da Maurizio De Giovanni e girata da Alessandro Gassmann. I due hanno dato seguito al loro fortunato sodalizio iniziato per la serie tv de “I Bastardi di Pizzofalcone“. Oltre a Gallo c’è Stefania Rocca che interpreta Rose, sua moglie, e i figli Adele e Massimiliano, interpretati rispettivamente da Paola SenatoreJacopo Sorbini (complimenti ad entrambi i ragazzi per la prova di recitazione).

Ma ad essere vera e propria mattatrice, nonché “coscienza” del protagonista, è Bettina, la governante di casa interpretata dalla simpaticissima Monica Nappo. È con lei che Valerio si confida quando si rende conto che le cose in famiglia non stanno andando affatto bene. Ed è qui che entra in gioco “Il silenzio grande“, ovvero “la somma di tutti quei piccoli silenzi che messi insieme ne diventano uno solo, enorme e difficile da sconfiggere“.

Ed è così che emergono tutte le incomprensioni e i problemi che ci sono tra ValerioRose e i loro due figli. Tutto quel “non-detto” che pesa come un macigno e che rivela a Valerio una certezza: il grande scrittore non sa nulla di tutte le questioni che la moglie, Adele Massimiliano gli vomitano in faccia per tutta la commedia. Ad intervallare i monologhi e i dialoghi tra i vari componenti della famiglia Primic, degli imperdibili sketch tra ValerioBettina.

A guardare e soprattutto ascoltare la commedia, che ha fatto il suo esordio sul palco del Teatro Trianon in occasione del “Napoli teatro festival 2019“, sembra proprio di leggere uno dei romanzi di De Giovanni. La sceneggiatura è semplice, forse in alcuni momenti un pò prolissa e banale, ma scritta bene. A spezzarne la “voce”, gli effetti di tipo “cinematografico” ai quali Gassmann ci ha abituati, ad esempio in “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e in “Fronte del porto“.

Il finale che per ovvi motivi non svelerò, sarebbe dovuto essere un vero e proprio colpo di scena che però ha sorpreso poco. Forse perché in qualche modo atteso. Ma in generale la commedia è gradevole ed è girata bene. La storia è interessante ed è ben interpretata. Poi gli effetti “alla Gassmann” sono molto particolari. Era solo la “prima”, le prossime potranno servire a limare gli “errori”. Nel frattempo, vi consiglio di andare a guardarla. La rappresentazione è nel cartellone del Diana. In fondo, vale sempre la pena di andare a teatro.

"Il silenzio grande", a teatro leggendo un libro di De Giovanni con gli effetti cinematografici di Gassmann