Raffaele Cutolo sta morendo? Non è dato sapersi. Da una parte l’avvocato Gaetano Aufiero che non ha più sue notizie da mesi “perché non ci sono procedimenti giudiziari in corso”. Dall’altra la famiglia che lo vede sempre meno, sia perché il regime di 41 bis (il carcere duro) prevede un incontro della durata di un’ora solo una volta al mese, sia perché ormai ‘o Professore è “seppellito” in carcere da oltre mezzo secolo.
Dei suoi problemi di salute ne aveva parlato la moglie, Immacolata Iacone, in una recente intervista, datata 31 luglio 2017, rilasciata al sito Stylo24: “Assume 14 pillole al giorno, ha problemi di diabete, la sua vista è seriamente minata, è affetto da una seria prostatite e l’artrite non gli dà quasi più la possibilità di muovere le mani”.
Cutolo è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Parma dove giovedì c’è stata una visita ispettiva da parte del Partito Radicale, i cui esponenti sono potuti accedere in tutti i reparti tranne che in quello dove ci sono i detenuti in regime di 41 bis. Una decisione questa che ha sollevato non poche polemiche con la successiva richiesta dei Radicali, quella di verificare le condizioni di detenzione in regime di 41 bis, accolta solo parzialmente e con una serie di paletti che vietavano qualsiasi tipo di confronto con i carcerati.
Contatta da VocediNapoli.it, la coordinatrice del Partito Radicale, Rita Bernardini ha definito “inqualificabili” le motivazione relative alla decisione del DAP, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. “Intanto, consentivano solo a me di entrare al 41-bis e ciò è inaccettabile nei confronti degli altri della delegazione del Partito Radicale. La mia richiesta era di poter verificare le condizioni di detenzione e non, come scrivono loro, “finalizzata esclusivamente a una visita conoscitiva sulle condizioni logistiche e organizzative”. Il divieto di poter parlare con i detenuti, mi avrebbe portato esclusivamente ad andare a vedere esseri umani in gabbia: per questo ho rinunciato alla visita”.
Questa la nota, datata 16 gennaio 2018, del DAP che accoglieva solo parzialmente le richieste del Partito Radicale:
“Preso atto delle rinnovata richiesta, avanzata per le vie brevi dall’On. Rita Bernardini, del Coordinamento Presidenza Partito Radicale, ad accedere presso il reparto 41 bis, nel corso della visita odierna; viste le motivazioni addotte circa l’accesso presso il reparto 41bis, finalizzato esclusivamente a una visita conoscitiva sulle condizioni logistiche e organizzative; tenuto conto che l’accesso presso la predetta sezione deve necessariamente tenere conto del divieto di interloquire con le persone detenute; al fine di consentire, nello spirito di collaborazione istituzionale, le attività svolte dalla delegazione in visita, in data odierna, presso codesto Istituto, si autorizza quanto segue. L’On. Rita Bernardini, accompagnata dal Direttore o da funzionario delegato, è autorizzata ad accedere presso il predetto reparto. All’On. Bernardini saranno fornite tutte le informazioni utili circa gli aspetti organizzativi e gestionali connessi al regime detentivo ex 41 bis. Si raccomanda l’adozione delle cautele del caso e la consueta cortesia nei riguardi dei soggetti autorizzati alla visita”.