Antonino Cannavacciuolo sta vivendo un momento d’oro. La sua carriera è all’apice del successo, oltre a essere uno chef pluri-premiato, ha raggiunto la celebrità grazie alla conduzione del programma “Cucine da Incubo”, nella sua versione italiana. Nonostante il successo, lo chef campano non si è mai montato la testa e conserva ancora quella simpatia, che contraddistingue la sua persona. Attualmente è in onda sul Canale 9 del digitale terrestre con la quarta stagione della fortunata trasmissione di cucina.
Antonino Cannavacciuolo si vede bene nei panni dell’insegnante, oltre a dispensare consigli nel programma “Cucine da incubo”, in onda dallo scorso 1 aprile, ha deciso di organizzare anche eventi didattici, in cui insegnare le armi del mestiere di chef. In un’intervista al quotidiano Il Mattino, ha raccontato l’esperienze da lui vissute in televisione, ha esortato gli aspiranti chef a trascorrere un periodo all’estero per apprendere anche nuovi metodi e ha parlato delle donne.
Antonino Cannavacciuolo spiega il motivo del successo delle trasmissioni di cucina
Secondo Antonino Cannavacciuolo, il motivo risiederebbe nel cambiamento di usi e costumi che ha investito la nostra società. Si sarebbe persa la figura della madre e della nonna, dunque, della donna sempre ai fornelli, motivo per cui sono in molti ad andare al ristorante spesso o a voler imparare a muoversi in cucina. Ed è qui che le trasmissioni culinarie, come Cucine da incubo o MasterChef, svolgono un importante ruolo didattico. Secondo lo chef di Vico Equense in questo momento si assiste anche a un’inflazione di questo mestiere, a parer suo molte persone s’improvvisano ristoratori, senza magari avere le competenze necessarie.
Antonino Cannavacciuolo tempo fa aveva descritto il mondo dell’alta cucina, come un luogo troppo maschilista. E nell’intervista al quotidiano napoletano, ha spiegato che fare il mestiere dello chef comporta di stare molto tempo lontano da casa, per questo molte donne soffrirebbero in cucina:
“Io amo le donne, così tanto che non sopporto di vederle soffrire in cucina. Questo lavoro è faticoso e ti tiene lontano dalla famiglia”.