Sono moltissimi i modi di dire napoletani utilizzati per spiegare facilmente qualcosa, per descrivere una persona o un atteggiamento. Non sempre però si conosce qual è l’origine di una determinata espressione e per quale motivo si usa una parola piuttosto che un’altra. In realtà ogni locuzione ha sempre un riferimento preciso, che ben spiega com’è nata un’antica diceria. Un’espressione famosa a Napoli è: “Tiene e recchie e pulicano“, espressione che si usa per riferirsi a chi ha un udito molto fino ed è attento ad ascoltare tutto ciò che è detto, un impiccione.
“Tiene e recchie e pulicano” fa parte sicuramente dei modi di dire napoletani più utilizzati. Va detto, però, se si analizza la storia, che quest’espressione è spesso vittima di un’erronea interpretazione. Nell’immaginario collettivo, infatti, la parola “pulicano” si riferirebbe al pellicano, uccello che si crede essere famoso per il suo udito fino. Il volatile sarebbe in grado di ascoltare, anche da molto lontano, il lamento della sua prole. Per questo motivo si è supposto e spesso si continua a farlo, che la parola “pulicano” significhi pellicano. Ma andando più a fondo, sembrerebbe che questa spiegazione non sia così tanto attendibile.
Modi di dire napoletani: “Tiene e recchie e pulicano” da pellicano a pubblicano
Il “pulicano” nominato in quest’espressione non potrebbe riferirsi al pellicano per una ragione ben precisa. Questo tipo di uccello predilige altri territori, quali Stati Uniti, Caraibi, Isole Galapagos e Australia, paesi troppo lontani da Napoli per far sì che questo volatile fosse preso come riferimento in una locuzione popolare. Inoltre sembrerebbe che l’udito fino non è tra le principali doti annoverate di questo volatile. Nel modo di dire “Tene ‘e rrecchie ‘e pulicano”, ci si riferirebbe all’antica figura del pubblicano. Parola che deriva dal latino publicānus, la cui radice è publĭcum, che è il tesoro pubblico. Il “pulicano” significherebbe pubblicano, un’antica figura che esisteva ai tempi dell’antica Roma e che si occupava di riscuotere le tasse.
Gli esattori di tasse, per il lavoro svolto, dovevano essere persone attente a tutto ciò che accadesse intorno a loro, per scoprire se ci fosse qualche contribuente che non pagava o non dichiarava qualche guadagno. La figura del pubblicano sarebbe rintracciabile anche nella città di Napoli, tra il 90 e l’89 a.C, quando la città partenopea era un municipio romano e pagava alla capitale i famosi tributi. Sarebbe, dunque, questa l’origine dell’espressione “Tene ‘e rrecchie ‘e pulicano” per intendere una persona ficcanaso. La storia dei modi di dire napoletani insegna che se questi sono tanto esaustivi e valgono più di mille parole, è perché hanno sempre un riferimento ben preciso.
Non trovate che questo pulicano abbia in comune tante cose con un personaggio dei cartoni animati della Disney? Avete capito chi è? Probabilmente lo Sceriffo di Nottingham riassume nella sua persona la figura del Pulicano, non trovate?