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Vincenzo Amirante, il boss pentito della “Paranza” accusa suo figlio

Le rivelazioni del capo che aveva riunito le giovani leve dei Sibillo-Giuliano-Brunetti contro i Mazzarella

Vincenzo Amirante si è pentito lo scorso mese di settembre, il boss della Paranza dei bimbi aveva riunito in un unico cartello i ragazzi di Forcella, le nuove generazioni dei Giuliano insieme ai Brunetti e ai Sibillo. Un cartello che ha scatenato una violenta faida contro il clan Mazzarella che ha insanguinato il centro storico di Napoli durante gli ultimi anni.

A scontrarsi con la Paranza è stata la famiglia Buonerba, alias ‘i Capelloni di via Oronzio Costa che erano i reggenti di Forcella per i Mazzarella. In quella guerra ha perso la vita il giovanissimo boss dei SibilloEmanuele, morto 19enne durante una sparatoria tra i vicoli del centro storico. Il Pentimento di Amirante sta rivelando agli inquirenti diversi retroscena.

Vincenzo Amirante, il boss pentito della "Paranza" accusa suo figlio
Da sinistra Salvatore Amirante, Vincenzo Amirante e Vincenzo Costagliola

Innanzitutto, il primo scenario che è emerso è quello di un padre che sta accusando il proprio figlio. Amirante senior ha parlato del figlio Salvatore in merito alla sua posizione di spicco nel clan. Poi le dichiarazioni su business del falso nella zona della Maddalena, “Rendeva 14mila euro a settimana e infine la verità sull’omicidio di Maurizio Lutricuso, ammazzato per una sigaretta, “Fu commesso da Vincenzo Costagliola per futili motivi mentre a vantarsene era il ragazzo che stava con lui e che è stato condannato“.