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Notturno e Riccio confessano 35 omicidi: la scia di sangue lasciata dalla faida di Secondigliano

Continuano le rivelazioni confermate da 'ò Sarracino agli inquirenti. Per ora, in totale, gli omicidi svelati sarebbero almeno 35

È iniziata nel 2004 mietendo centinaia di vite fino alla fine del 2005, quando gli arresti di Raffaele Amato prima e Paolo Di Lauro poi hanno segnato una tregua. La prima faida di Scampia – Secondigliano tra il clan Di Lauro e il sodalizio scissionista Amato – Pagano (appoggiato dai Marino – Abete – Abbinante – Notturno) ha avuto due seguiti: uno dal 2005 al 2009 e un terzo dal 2012 al 2014, per un totale di più di 300 morti.

Le dichiarazioni di Gennaro Notturno Pasquale Riccio, diventati collaboratori di giustizia, hanno permesso agli inquirenti di fare chiarezza su diversi omicidi. Al vaglio degli investigatori ce ne sono almeno 35. Da quando ha deciso di pentirsi ‘o Sarracino ha svelato diversi retroscena in merito alla prima faida, quella che ha dato inizio alla guerra tra i  Di Lauro e gli Scissionisti.

Come riportato da Il Roma si tratta, in ordine cronologico, di Domenico Fulchignoni (28 luglio del 2003), Massimo Mele (7 ottobre del 2003), Raffaele Duro Salvatore Panico (22 gennaio del 2004), Francesco Giannino (22 marzo del 2004), Federico Bizzarro (26 aprile del 2004), Vincenzo Arciello (6 agosto del 2004), Mariano Nocera (2 settembre del 2004), Luigi Aliberti (29 settembre del 2004), Salvatore De Magistris (30 ottobre del 2004), Gaetano De Pasquale (1 novembre del 2004), Gennaro Emolo (20 novembre del 2004), Mario MaurielloMario MaistoStefano Maisto (9 novembre del 2004), Biagio Migliaccio (20 novembre del 2004), Gelsomina Verde (21 novembre del 2004), Riccio DomenicoSalvatore Gagliardi (21 novembre del 2004), Salvatore Abbinante (24 novembre del 2004), Antonio Esposito (25 novembre del 2004), Massimiliano De Felice (28 novembre del 2004), Massimo Marino (11 dicembre del 2004), Antonio De Luise (11 dicembre del 2004), Pasquale Galasso (18 novembre del 2004), Vincenzo Iorio (20 dicembre del 2004), Emanuele Leone (27 dicembre del 2004), Crescenzo Marino (2 gennaio del 2005), Carmela Attrice (15 gennaio del 2005), Antonio Ruggiero (21 gennaio del 2005), Vincenzo Di Gennaro (29 gennaio del 2005), Giovanni OrabonaAntonio PatrizioGiuseppe Pizzone (31 gennaio del 2005), Davide Chiarolanza (31 marzo del 2005).

Notturno confessa 35 omicidi: la scia di sangue lasciata dalla faida di Secondigliano
La tabella riportata da Il Roma con la ricostruzione dei 35 omicidi commessi nella fase iniziale della faida tra i Di Lauro e gli Amato – Pagano

In particolare Notturno ha raccontato i dettagli dell’omicidio di De Felice ucciso perché cognato di Guido Abbinante, boss dell’omonimo clan. L’assassino è stato Nicola Todisco affiliato ai Prestieri, in particolare ad Antonio Pica per il quale gestiva una piazza di spaccio. Pica e Prestieri sono stati convinti dai Di Lauro  ad organizzare l’agguato.

Pasquale Galasso, invece, è stato ucciso per un duplice motivo: uno è relativo ad un debito di 2mila euro, il secondo riguarda l’acquisto di una casa utilizzata dai Prestieri come base logistica. Galasso è morto in un biliardo mentre era ad un tavolo da gioco è stato ucciso “con le carte in mano“.

Poi emerge l’unico delitto in cui ad uccidere è stato uno dei figli del boss Di Lauro detto ‘Ciruzzo ò milionario. Si tratta di Nunzio che secondo i pentiti ha ammazzato Emanuele Leone perché amico di Carmine Pagano alias ‘Angioletto.

Poi, ecco i dettagli sulla ‘Strage di Casavatore dove hanno perso la vita Giovanni OrabonaAntonio Patrizio Giuseppe Pizzone. I killer sarebbero Salvatore CipolettaLuigi BarrettaGiovanni EspositoMassimiliano Vinciguerra. I quattro sarebbero stati appoggiati da Savio MeleSalvatore Dell’Oioio. Ad organizzare l’incontro che ha unito le tre vittime è stato Cesare Pagano invitandoli ad una partita di carte che ha avuto la funzione di esca. Durante la sfida il gruppo di fuoco, i cui membri indossavano le pettorine da poliziotto, hanno fatto irruzione nell’appartamento, li hanno ammanettati, portati via in auto e poi uccisi.