Negli ultimi giorni di marzo, il meteo riserva spesso un colpo di scena: un improvviso ritorno del freddo interrompe i primi accenni di primavera. Questo fenomeno, noto nella tradizione popolare come i “Giorni della Vecchia” o “giorni imprestati”, si verifica il 29, 30 e 31 marzo, portando con sé temperature più rigide e, talvolta, maltempo.
Secondo un’antica leggenda, una vecchietta, convinta che l’inverno fosse ormai finito, iniziò a festeggiare la bella stagione troppo presto. Offeso dal suo comportamento, il mese di marzo chiese in prestito tre giorni ad aprile e scatenò un’ondata di gelo, facendo ammalare la donna. Un’altra interpretazione collega questi giorni alla mitologia greca, richiamando il dolore della dea Demetra per la figlia Persefone, costretta a vivere negli Inferi per sei mesi: il freddo tardivo simboleggerebbe l’ultima fase del suo lutto prima del ritorno della primavera.
Dal punto di vista meteorologico, questa credenza trova riscontro nella realtà. Alla fine di marzo, infatti, non è raro assistere a incursioni di aria fredda che interrompono il tepore primaverile, portando un abbassamento delle temperature e condizioni instabili. Si tratta di un fenomeno ciclico che ha trovato posto nel sapere popolare grazie all’osservazione secolare del clima.
I “Giorni della Vecchia” restano dunque un perfetto esempio di come la saggezza contadina si intrecci con la scienza, ricordandoci che il meteo può sempre riservare sorprese, anche quando la primavera sembra ormai alle porte.