Santo Romano, il giovane di 19 anni ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre in piazza Raffaele Capasso, a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli, era incensurato. Un ragazzo per bene ucciso da un baby killer a causa di un paio di scarpe pestate per errore.
“Un amico leale e sempre disponibile, un ragazzo buono da esempio per tutti”. Così i compagni di squadra del Micri, squadra che milita nel campionato di Eccellenza, descrivono Santo. La fidanzata, di 17 anni, avrebbe riferito che Santo era intervenuto in difesa di un altro ragazzo della loro comitiva. “Voleva difendere un amico. Perché la scarpa calpestata non era la sua ma di un suo amico. Lui ci teneva a difenderlo e a proteggerlo”. Il 19enne avrebbe provato a sedare la lite, ma l’altro è andato nella sua auto, ha preso una pistola nel bauletto e ha aperto il fuoco, colpendo Santo al petto e un altro ragazzo a un gomito.
Questa invece la versione che ha riferito un altro amico della vittima al deputato Francesco Emilio Borrelli. “Era arrivato questo ragazzo a bordo di una macchina e una volta sceso Santo, per sbaglio, gli aveva pestato un piede. Questo ragazzo si è iniziato ad alterare e Santo ci è venuto a chiamare. Ma questo ragazzo subito ha estratto la pistola e ha iniziato a sparare. Santo è stato colpito all’addome, un altro ragazzo al gomito e un proiettile ha sfiorato un terzo nostro amico. Subito lo abbiamo portato in ospedale ma purtroppo non c’è stato nulla da fare”.