In concerto questa sera a Napoli allo stadio Maradona Nino D’Angelo. In conferenza stampa ha parlato del suo grande successo e di come è avvenuto tutto, da quando lo chiamavano terrone.
“Ho preso cazzotti, pugni e calci. Quando ho cominciato c’era persino più razzismo di ora, mi chiamavano terrone. Poi… poi mi hanno sdoganato cento volte, da Miles Davis a Goffredo Fofi, dai critici musicali agli intellettuali. Ma io mi sento fermo alla dogana con qualcuno che mi chiede i documenti: vorrei che ci fosse scritto Gaetano D’Angelo, in arte Nino, cantante napoletano”.
Sulla musica napoletana invece ha designato il proprio erede: “Siamo tutti figli di Renato Carosone, il primo americano di Napoli. Io non mi sono mai sentito un re, perché figlio di sudditi, ma se proprio oggi dovessi indicare un re direi senza esitazioni: Geolier”.
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