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Il dolore della mamma di Giovanbattista: “L’ho visto, il volto tumefatto, il proiettile in petto”

E’ un grido disperato e di dolore quello di Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanni Battista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso ieri in piazza Municipio da un 17enne.

La donna, ai microfoni di TgR, ha dichiarato: “Non ho ancora la consapevolezza di quello che è accaduto. Fino a poche ore fa avevo un figlio, un talento della musica, una persona amata da tutti. E ora per un parcheggio addirittura gli hanno sparato. L’ho visto stamattina, il volto tumefatto, un proiettile nel petto. Sono senza parole”.

“Mi hanno detto che gli ha sparato un 16enne. È una cosa che non posso sopportare – prosegue – Se esci con un’arma a quell’età hai consapevolezza del dramma che puoi creare intorno a te. Faccio un appello a tutte le istituzioni, bisogna cambiare le leggi. Non è possibile essere uccisi da persone brutali e senza valori, deve pagare, darò tutta me stessa perché paghi”.

“Napoli è diventata una città violentissima, un far west – prosegue Daniela Di Maggio – Mio figlio, un ragazzo con valori, poteva soltanto migliorare la società, portava avanti il bello, la musica, l’arte. È come se avessero sparato a Benedetto Croce prima che scrivesse un saggio di filosofia, come se avessero buttato una bomba sul Colosseo, come avessero squarciato un quadro di Caravaggio. Non possiamo permettere più questo. Voglio che chi l’ha ucciso abbia la giusta pena, questo 16enne è un uomo brutale, un demone che va a distruggere le vite di ragazzi meravigliosi come mio figlio”.

“Io che sono napoletana, che amo la mia città, dico che stanotte si sono incontrate due Napoli che non si somigliano. Due città diverse, quella di mio figlio e quella di questo balordo, che vive magari di pane, droga, TikTok e orrori che vede dalla mattina alla sera a partire dai bassi che sono unità abitative subumane. Bisogna gridare rispetto a queste cose, sono cose orribili. Arte, musica, cultura, questi sono i valori che dobbiamo dare ai nostri ragazzi. Da questo momento in poi io voglio essere chiamata dalle istituzioni, faccio un appello a Mattarella, voglio che mi ascoltino sulle brutalità che noi che viviamo il mondo reale conosciamo molto più di chi ci governa. Voglio alzare la mano e dire ascoltatemi, perché ci sono tante cose da cambiare”, conclude.