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Tassisti pestati a Napoli, altra ipotesi: “Non è successo a causa di Uber”

È diventato virale il video che ha mostrato due tassisti picchiati da alcuni colleghi in strada a Napoli. L’episodio di violenza è avvenuto qualche notte fa in via De Pretis, proprio dove c’è lo stazionamento dei taxi. Le immagini hanno mostrato due persone colpite con schiaffi, calci e pugni da due gruppi composti da tre uomini. Questi ultimi bloccavano le vittime per il collo mentre le pestavano. Nitide le urla di chi ha subito l’aggressione.

L’aggressione e il video

Il caso è stato denunciato dalle stesse vittime che si sono rivolte all’autorità giudiziaria. La vicenda è diventata di dominio pubblico, non solo per la pubblicazione della notizia da parte dei giornali ma anche per la segnalazione pubblicata sui social dal deputato Francesco Emilio Borrelli.

La ricostruzione e l’ipotesi

Secondo una delle ricostruzioni più accreditate, pare che il raid punitivo sia stato messo in atto perché quei tassisti lavorerebbero oltre i turni consentiti, sfruttando le ore messe a disposizioni da alcune app come quella di Uber. Questa prassi toglierebbe lavoro agli altri colleghi. La versione sarebbe stata confutata anche dalle dichiarazioni pubbliche e differenti, riportate da Fanpage, fatte dai presidenti di Orsa Taxi e Radio Taxi Partenope.

L’altra versione e gli accertamenti

Secondo quanto appreso da Vocedinapoli.it, invece, pare che il motivo dell’aggressione sia un altro. Dopo aver ascoltato alcuni tassisti, pare che Uber non c’entri nulla con ciò che è accaduto. Ci sarebbero degli accertamenti in corso, proprio interni alla categoria e alle rispettive organizzazioni sindacali, con lo scopo di chiarire al più presto i fatti e accertandone le responsabilità nell’interesse dei tassisti stessi.