“Bisogna sanare il problema dei violenti, che non sono tifosi, c’è una frangia delinquenziale che va eliminata con decreto legge immediato. Mi incontrerò con il ministro dell’interno Piantedosi per un confronto: se non risolviamo il problema, al calcio possiamo dire addio“. È netto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che da Milano manda un messaggio chiaro alle curve del Maradona, in netta contestazione nei suoi confronti.
E sullo stadio: “Dovremmo avere via libera dai Comuni che non investono. Dovrebbero cederli per un euro alle società che vogliono investire milioni. Il problema è anche un altro, l’Italia è il paese della burocrazia. Bisogna avere a che fare con la Corte dei conti, con le sovrintendenze. Rocco Commisso, numero uno della Fiorentina, mi dice che non può fare nulla“.
Ma De Laurentiis guarda anche al futuro del club azzurro: “Quando un anno fa – spiega – mi hanno offerto 2,5 miliardi per il Napoli mi sono chiesto: mi servono? Avrei dovuto comprarmi una squadra in Inghilterra, ma io ho origini napoletane. II Napoli è un giocattolo della famiglia De Laurentiis, non vedo motivi per cederlo fin quando non ci stancheremo“. Il pugno di ferro del presidente tiene alta la tensione sfociata domenica nello sciopero del tifo e nelle violenze degli ultrà azzurri, arrabbiati perché non possono portare striscioni e bandiere senza aver chiesto il permesso online alla società, come da regolamento.
Una situazione complessa, dunque, che comincia a preoccupare anche le autorità cittadine, specie in vista delle feste per lo scudetto azzurro. Domani in Prefettura saranno analizzati i due scenari che si presenteranno. Il primo riguarda la festa di fine campionato già programmata per il 4 giugno, organizzata in diverse piazze della città e che prevede un gestione da parte della Prefettura riguardo soprattutto alla capienza dei luoghi, in particolare piazza Plebiscito, con i calciatori che dovrebbero calcare il palco usato il 26 maggio da Gigi D’Alessio per il suo concerto.
Come ha sottolineato oggi il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: “L’affluenza di Piazza Plebiscito sarà stabilita dalla Prefettura per l’evento – ha spiegato -, vedremo quindi la Questura e la Prefettura di Napoli cosa decideranno sulla disponibilità di accesso a piazza del Plebiscito e alle altre piazze della città. Esiste infatti il decreto Gabrielli che dà un numero contingentato di presenze per garantire la sicurezza. Il numero di Plebiscito oscilla tra le 20 e le 30 mila persone. Il piano di sicurezza deve essere approvato dalla Prefettura e dalla Questura, non siamo noi a stabilirlo“.
L’altro scenario è invece quello della prima festa, il giorno in cui il Napoli vincerà aritmeticamente lo scudetto (alcuni stimano tra fine aprile e inizio maggio). Quel giorno, spiegano dal Comune di Napoli, i cittadini usciranno nelle strade per festeggiare in maniera libera: naturalmente ci saranno le forze dell’ordine, ma la città ‘inventerà’ la sua festa spontanea. Tornando al campionato, Spalletti è impegnato sulla trasferta di Lecce di venerdì, dove mancherà ancora Osimhen e anche Olivera, che oggi ha fatto differenziato. Il tecnico azzurro prepara un Napoli che torni a segnare e riprenda lo sprint finale verso il suo terzo scudetto.
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