di Pasquale De Luca
Chi non ha mai sentito o detto almeno una volta una frase del tipo : “La rovina di quel giovane sono stati i genitori”, spesso riferendosi a quegli individui dall’intelletto sopraffino o dalle intrise capacità relegati come reietti in un limbo di emarginazione generata dall’impossibilità di esprimersi liberamente a causa, appunto, di quei genitori che per indifferenza, egoismo o sopraffazione morale sono riusciti ad offuscarli. Un po’ anche Napoli somiglia a quei “figli”; una città colta ma svogliata, talentuosa ma sciatta sempre in cerca di un guida che sappia indirizzarla come farebbe un buon genitore.
Scusandomi per la lunga metafora introduttiva il concetto che intendo offrire è abbastanza palese; Napoli manca da sempre di una classe politica efficace in grado di valorizzarla; eppure il Suo popolo i propri valori li ha sempre saputi esprimere con naturalezza; come non ricordare la storia della quattro giornate, la famigerata arte Napoletana dell’arrangiarsi oppure il suo giuoco del calcio bello e dannato che in più epoche ha fatto storia. Quando arriva il momento, Napoli sa come riscattarsi; sa difendersi, sa ingegnarsi sa anche esprimersi in un linguaggio autoctono universalmente riconosciuto.
Napoli piace, la napoletanità affascina al punto che la Città si sta sviluppando da sola prima ancora che la politica se ne rendesse conto. Ma la politica non deve mancare, perché, come farebbe un buon padre di famiglia, egli deve pensare a tutti i suoi figli, e Napoli ne ha tanti. Negli ultimi anni, ma soprattutto dopo la pandemia, in tutte le aree del centro storico dai Quartieri Spagnoli fino alla Stazione sono nate migliaia di attività ricettive e ristorative; la cosa apparentemente sarebbe da considerarsi positiva, perché turismo significa ricchezza, lavoro e sviluppo del territorio. In effetti l’elevato sviluppo turistico, nato, ricordiamolo, non da sterili eventi promozionali ma solo grazie al valore del patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico del territorio che insieme alle migliaia di lavoratori hanno saputo esprimerlo, promuoverlo e valorizzarlo, sta producendo sì tanta ricchezza, ma anche impatti sul contesto tra cui una forte crisi degli alloggi.
Riferendoci alle Municipalità 1 e 2, secondo gli ultimi osservatori sul tema, il numero degli immobili disponibili ad uso residenziale si è ridotto di quasi il 60 per cento; stando ai dati Istat del censimento permanente effettuato sui 71mila immobili ad uso residenziale presenti nell’area, circa 64mila sarebbero occupati dai residenti mentre dei restanti 7mila, più del 50 per cento, sono stati trasformati in alloggi da destinare a locazioni turistiche; Ciò sta generando un dramma abitativo a causa della carenza di alloggi ad uso residenziale. Le case disponibili sono pochissime motivo per cui anche i prezzi al metro quadro in alcune aree stanno raggiungendo livelli allarmanti. Nonostante ciò la domanda è altissima.
Per un appartamento di taglio medio ( circa 80 metri quadrati ) sui Quartieri Spagnoli o nell’area a ridosso di Monte di Dio si spendono fino a 300mila euro. I potenziali acquirenti spinti dall’idea del guadagno facile e sicuro spesso sono disposti a pagare anche più del prezzo stabilito avviando delle vere e proprie aste al rialzo. La situazione fitti è ancora più allarmante; Nell’ultimo anno la disponibilità di immobili ad uso locativo si è ridotta dell’80 per cento, motivo per cui i canoni sono cresciuti a dismisura; basti pensare che per un bilocale piano terra si spendono anche 700 euro al mese. Diversa la situazione per i tagli molto grandi che mantengono sostanzialmente le quotazioni pre-pandemia.
Ridotti anche i tempi di definizione che sono passati per quest’area da quattro mesi ad appena uno-due. Nell’ultimo periodo, è cresciuta a dismisura la richiesta di locazioni temporanee che purtroppo continua ad essere un problema a causa della mancanza di alloggi in tal senso. E’ evidente che la situazione và gestita affinchè la ricchezza prodotta continui a mantenersi viva e svilupparsi ma che allo stesso tempo la questione residenziale venga regolata. In un momento in cui si discute sulla necessità di utilizzo dei fondi Europei di coesione per lo sviluppo sostenibile dei territori sarebbe una valida opportunità quella di poter recuperare parte del patrimonio immobiliare pubblico che verte in stato di abbandono per la realizzazione di alloggi pubblici da destinare a in parte a locazioni sia a medio termine che temporanee ed in parte da alienare.
La gestione delle locazioni temporanee degli immobili pubblici sarebbe un innovazione che valorizzerebbe il patrimonio immobiliare, risolverebbe il problema atavico della carenza di alloggi per studenti, lavoratori temporanei e stagionali costretti ad un mercato sempre più stringente a causa delle destinazioni turistiche e genererebbe nuovi introiti per le casse pubbliche. In tal senso all’Università degli Studi di Napoli Parthenope già sono state presentate dagli studenti diverse proposte progettuali su questo tema. E’ doveroso che la politica faccia il proprio dovere per disciplinare il benessere della propria comunità.