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Salviamo il Cinema Metropolitan, alimentiamo la cultura!

di Pasquale De Luca

Salviamo il Metropolitan! Questo l’appello rivolto alle istituzioni durante il sit-in tenutosi oggi 12 marzo all’esterno della storica multisala di via Chiaia. A dare voce alle migliaia dei cittadini che si sono mobilitati in questi giorni per scongiurare la chiusura di quello che fu il più grande cinema d’Europa sono stati il neo deputato dei verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli, promotori di questa importante iniziativa che è riuscita a smuovere l’orgoglio di centinaia di cittadini Napoletani che si sono presentanti in massa alla manifestazione.

A dire la loro tanti volti noti di cinema e teatro; hanno preso la parola Massimiliano Gallo che ha espresso il proprio attaccamento da “spettatore” e storico frequentatore, l’attrice Antonella Morea, Patrizio Rispo che rilancia sul tema della cultura quale volano di sviluppo per la città, oltre a tanti esponenti dell’imprenditoria e del giornalismo. Il rischio che il Cinema Metropolitan potesse trasformarsi nell’ennesima friggitoria o ancor peggio, in una sala bingo – sorte tra l’altro già subita da un’altra storica sala quale il cinema Fiorentini – è diventata concreta sul finire dello scorso anno, quando il gruppo Intesa San Paolo ha prima anticipato la volontà di richiedere un copioso aumento sul canone di locazione e successivamente ha espresso l’intenzione, poi concretizzata, di mettere in vendita i locali con l’obiettivo di massimizzarne il ricavo.

L’offerta presentata dagli attuali gestori Grispello-Caccavale, che stando ad altre fonti di stampa, pare fosse di 1,8 milioni di euro sembri non essere stata ritenuta congrua. Dopo la mobilitazione dei giorni scorsi, accompagnata anche dalla petizione promossa da Gennaro Capodanno Presidente del Comitato Valori Collinari con quasi 1500 adesioni, il Ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano ha avviato l’iter procedurale per stabilire il vincolo di destinazione all’immobile che, se approvato, blinderebbe l’utilizzo dei locali per sole attività culturali.

Come già anticipato in un precedente scritto riferendoci al ruolo che il gruppo Intesa-San Paolo ha in questa vicenda, è chiaro e certamente giustificabile che in quanto proprietario legittimo, la volontà sia quella massimizzarne il profitto, ma è giusto anche ricordare il ruolo sociale che una banca è tenuta a ricoprire, soprattutto se si considera il fatto che in questo gruppo è incluso quello che fu il Banco di Napoli, un istituto molto vicino al territorio che probabilmente non avrebbe tradito le aspettative di un popolo che né era legato in modo indissolubile.