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E tu di carnevale sei?  Quello sociale da Scugnizzi Factory o quello social/ danzante al San Carlo? Giu’ la maschera

A napoli si carnevaleggia con cortei in maschera, carri e carretti da Bagnopoly a Scampia, attraversando il centro storico, la capopopolo della creatività Silvana Sferza, anima della Scugnizzi Factory, furoreggiando “Gli ultimi in testa”. Il Carnevale sotto’e ’ coppa ( sottosopra) ideologicamente parlando. Altro che Venezia con Pantalone, Colombina e Arlecchino, il servo imbroglione! Superati.

Al Teatro San Carlo invece aleggiano le romanticherie con una grande Prima. Quando Napoli in pieno romanticismo era considerata anche Capitale di danza e di balli che ispiravano coreografi da ogni angolo d’Europa. “ Il balletto romantico” mescola musica colta e improvvisazione popolare.

Il balletto “Napoli o il pescatore e la sua sposa” di August Bournonville è stata una delle più importanti mise en scene della tradizione scandinava, da sempre grandi fan della sudità. Creata nel 1842, questa coreografia porta in scena la vitalità di Napoli e della sua tradizione popolare, attraverso la storia d’amore tra i due giovani innamorati Teresina e Gennaro ( com’è gioioso il Pas de deux da “Infiorata a Genzano”).

Una rappresentazione mozzafiato sul palcoscenico del San Carlo, all’epoca il piu’ grande d’Europa, dunque del mondo. Un enorme fondale dipinto come una gouache nel teatro di Copenaghen. Al San Carlo invece il Vesuvio entrava in scena dal vivo grazie all’apertura posteriore del proscenio offrendo agli spettatori un paesaggio reale in tutta la sua prorompente bellezza.

Gli echi musicali di canzoni popolari oggi considerate classiche, come Io te voglio bene assaje e tu nun pienz’a me, si inseriscono come guizzi insieme a tarantelle, tamburelli e maschere di pulcinella sullo sfondo di una città brulicante di scugnizzi e venditori di maccheroni.

La Napoli melodica è stata ( ed è ancora ) un’eccellenza in fatto di musica. A conferma sopratutto per i nordici e per quelli che vogliono il regionalismo differenziato, imperdibile l’intervento dell’accademico Alberto Lucarelli, giurista, un fuoriclasse, ex assessore ai Beni Comuni della giunta De Magistris ( le sue delibere sono studiate e tradotte in tutto il mondo). Giu’ la maschera e No all’Autonomia Indifferenziata.

Ritorno sulle mie note, Il corpo da ballo del San Carlo, diretto dall’ex étoile Clotilde Vayer ti coinvolge da voler saltare sul palco e tammurriare con loro. A Noi la Grande Musica, agli altri lasciamo le accozzaglie di note. Repliche a giorni alterni fino al 28 marzo, provvissoriamente in scena al Politeama per lavori in corso di restauro al Massimo napoletano.