Volere è potere. E il museo non rimane solo una visione alla Don Chisciotte. L’armata d’intelletto/chic formata da Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Laura Valente, musicologa, Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale, il sindaco Gaetano Manfredi e il Direttore Generale del Teatro San Carlo, Emmanuela Spedaliere è stata vincente. Su tutti fronti. Presentato oggi a Roma, nella sala Spadolini del Ministero della Cultura, il primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso, uno dei più grandi tenori di tutti i tempi. Palazzo Reale di Napoli gli dedicherà un unico grande spazio, la monumentale sala Dorica non una semplice esposizione di cimeli ma una vera e propria stanza delle meraviglie, con animazioni in 3d e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche, un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo che coinvolgerà anche i bambini.
Moriva Caruso al Hotel Vesuvio, da lì vedeva luccicare il mare… Era partito povero per l’America e ed era ritornato, ricco, famoso e malato. Tra i vari lavoretti del “Prima” aveva fatto anche il posteggiatore. A parte i fischi, veri e presunti, al San Carlo, la carriera del tenore ebbe il suo apice a New York”. La sua vita privata era un feuilleton ma sul palcoscenico divenne leggenda. Mori a soli 48 anni per complicazioni post-operatorie. Oggi diremmo vittima della mala sanità.
“Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico, capace di innovare nel solco della tradizione comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità. Fu il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica. La popolarità globale della canzone napoletana è intimamente legata al suo nome. Il suo vissuto personale e il legame con Napoli hanno informato tutta la sua produzione creativa. Ciò nonostante, Caruso ha avuto un rapporto tormentato con la propria città. Egli portò Napoli nel mondo e ora Napoli, a centocinquant’anni dalla nascita, risana questo vulnus onorandolo con un museo che sorge nello stesso complesso del suo amato Teatro di San Carlo”, ha dichiarato il Ministro Gennaro Sangiuliano.
“L’APERTURA DI UN MUSEO PERMANENTE DEDICATO A ENRICO CARUSO RIENTRA TRA GLI INTERVENTI FINANZIATI DAL PIANO STRATEGICO ‘GRANDI PROGETTI BENI CULTURALI’ – HA SPIEGATO IL DIRETTORE MARIO EPIFANI – IL PALAZZO REALE DI NAPOLI RENDE COSÌ OMAGGIO AL GRANDE TENORE CHE HA AVUTO RICONOSCIMENTI IN TUTTO IL MONDO, MA SINGOLARMENTE NON NELLA CITTÀ IN CUI NACQUE E MORÌ, FINO AD OGGI”.
“Caruso più di ogni altro è icona di una italianità nobile e leggendaria, legata anche alla sua doppia anima: tenore lirico osannato nei più importanti teatri del mondo (successi travolgenti alla Scala di Milano, star del Metropolitan di New York dal 1903 al ’20), ineguagliabile interprete di melodie immortali della canzone napoletana, il primo cavallo di razza dell’industria discografica a vendere un milioni di dischi, entrando nell’Olimpo delle voci più popolari della storia della musica”, ha osservato la curatrice del museo Laura Valente.
Il giorno 25 febbraio 2023, a 150 anni dalla nascita di Caruso, al Museo Memus del Teatro di San Carlo ci sarà un incontro con Luciano Pituello e Ugo Piovano con il direttore Mario Epifani. E il Comune di Napoli donerà al Museo Caruso degli atti di nascita e morte del tenore, conservati dell’archivio del municipio cittadino. Presenti il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il sovrintendente del Teatro di San Carlo Stéphane Lissner, la direttrice generale Emmanuela Spedaliere.