Mission Impossible, su qualsiasi canale RAI e dintorni si parla di lui, dell’Onnipresente, del Festival e politica, Festival e questioni di genere, Festival e Costituzione, Festival e razzismo, Festival e i giovani, Festival e i vecchi, Festival e gli assenti, chi non c’è è come se ci fosse. Apri un giornale e non ti risparmiano le polemiche di Salvini, roso dall’invidia di non essere invitato come immancabile presenza istituzionale. Smanetti un social e ti ritrovi la Ferragni versione sexy pienotta, sul palco dell’Ariston invece è un alice, spallucce ossute e incurvate.
Rimbalzi su Tik Tok e i calci di Blanco sono già un cult. Vallo a spiegare a tuo figlio quando prenderà a calci la fioriera del balcone perchè non lo ascolti. Cinque trucchetti per evitare Sanremo: come dribblarlo.
A) Pensati un altrove. E se puoi vacci.
B) Non avere il televisore, come me. Anche se come Fedez sono un contribuente. Ma non lo canto ai quattro venti.
C) Tanto so già chi vince. Me lo ha sussurrato l’ex giurata, l’avvocato Ilaria Barbierato. Lei ci azzecca sempre. Ma non voglio attuare lo spoils system. Shhh, non ditelo a nessuno.
D) Approfittare di una Prima teatrale. Dopo meravigliosamente interpretato “La Damnation de Faust” al Teatro SanCarlo, stasera al Teatro Sannazaro la mirabile visione di Cristina Donadio, la Isabelle Huppert del teatro made in sud, con “Marguerite”. Un atto d’amore e di gratitudine di una grande attrice verso la scrittrice Duras. In compagnia sempre di una buona musica, il sax di Marco Zurzolo.
Nelle stesse ore in cui si materializza Carla Bruni sul palco dell’Ariston pardon, adesso si chiama “Glass Studio” perchè assomiglia a una navicella megagalattica. Domani raccontatemelo voi se l’ex première dame ha voce o miagola soltanto.
E) Fatti, rifatti e strafatti. Dai lifiting alle dentiere. Ma non spariamo sulla Croce Rossa. Il chirurgo number one, il mago del bisturi, Ivan Arruda è al lavoro: per farmi una lista dei peggio ritoccati.
F) Avere un amico che si chiama Mino Cuciniello, gran habitué delle Prime del massimo napoletano, che prepara un ragù da urlo e lo apparecchia insieme alla Finalissima di Sanremo nel salotto di casa allestito come un teatrino di corte.
G) Resistete, resistete e non perdetevi le “fiorellate” anche se è quasi l’alba.
Oppure prendete il Festivalone con il gontagocce, come fa Armida Filippelli, filosofa e assessore alla Formazione Professionale alla Regione Campania:” Si impone come fenomeno nazional popolare capace di trattare temi alti, Costituzione e diritti civili, insieme alla musica pop. Non bisogna perderselo, soprattutto perchè la maggioranza di governo si è messa all’opposizione di Sanremo”.
The Show must go on…”Cambiare tutto affinché nulla cambi”, tranne il conduttore/condottierio sembra il motto del Festival di San Remo. Sanremo si accredita come la vera Fashion Week per look sfavillanti che osano, al netto degli smoking di Ama( deus), troppe paillettes, sembrano alberi di natale fuori stagione, ma Gai Mattiolo si sarà ispirato al cult movie: “Priscilla, la regina del deserto”? E per accontentare i difensori delle diversità: dopo il transgender, il gay (sul palco tanti), l’altissima, stasera ci sarà un nanerottolo. Mister B. Non lo invitano di certo.
N.B. A me basta la pennellata di ironia di Guido Ciompi, architetto/designer, illustratore per hobby. Queste in esclusiva per il Fatto.
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