Gigi D’Alessio: “La lite con Pino Daniele, il rapporto con Anna Tatangelo e Mario Merola”

Gigi D’Alessio inedito: parla della propria storia, delle sue canzoni e degli amori della sua vita. Non mancano i dettagli sul matrimonio, i figlio e le due relazioni più recenti: quella con Anna Tatangelo e l’attuale con Denise Esposito che gli ha dato il suo quinto figlio, Francesco. Si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera

Il rapporto con Pino Daniele

Dall’amicizia intensa con Eros Ramazzotti a quella con Claudio Baglioni. “Ogni notte mi addormentavo con le cuffie e le canzoni di Claudio nell’orecchio, poi arrivava mamma a spegnere lo stereo. Ero in fissa: mi compravo pure le camicie di jeans come la sua. A un concerto mi infilai dietro le quinte. Scambiandomi per un tecnico, mi chiesero di portargli il microfono, a momenti collassavo per l’emozione. Oggi siamo amici, cantiamo o spesso mangiamo insieme, ci divertiamo”. E Pino Daniele? “Rapporto turbolento, ce ne siamo dette di tutti i colori. Eppure eravamo nati a venti metri di distanza nel quartiere Santa Chiara, i nostri genitori giocavano a carte insieme. Avevamo pure la stessa casa discografica, però non eravamo amici, anzi. Finché un giorno, nel 2008, Pino mi telefonò: “Prima ca’ ci amma appiccicare (che finiamo per litigare) ci vulimme conoscere?”. E poi mi invitò al suo concerto. Mai preso tanti fischi come quella sera. Però da allora non ci siamo più persi, spesso passava il Natale a casa mia, tra risate e bicchieri di vino”.

Il successo: da Mario Merola a Sanremo

Gigi D’Alessio a 55 anni, con 30 di carriera festeggiati lo scorso giugno con il doppio live in piazza del Plebiscito a Napoli, poi quell’amore per la musica che l’ha reso libero. “La musica ti moltiplica l’anima, ti rende più sensibile. A 10 anni entrai in conservatorio e andai a vivere con nonna Maria, perché era più comodo. I miei, che avevano un negozio di abbigliamento, mi comprarono il primo pianoforte, pagato 1 milione e 900 mila lire in circa 400 comode rate”.Poi i matrimoni: “Quando mi chiamavano per i matrimoni non mi davano nemmeno i soldi, soltanto la bomboniera degli sposi che per me era un trofeo”.

L’incontro della vita, dal 1989 al 1992 pianista di Mario Merola. “Un personaggio unico, di grande carisma, eravamo come padre e figlio. Un pezzo di pane, l’uomo più buono al mondo, anche se nei film faceva il cattivo, il guappo, il carcerato, il mammasantissima. Girare a Napoli con lui era come passeggiare a New York con Sinatra. L’aneddoto su come la collaborazione con Merola gli valse la fami e gli chiesi: “Se scrivo una canzone per voi, la cantereste con me?”. “Perché guagliò, tu saje pure cantà?”. Il duetto, che infilai nel mio primo disco, si chiamava Cient’anne. Appena uscì, in tre ore a Napoli era diventato come Yesterday dei Beatles. E quando al mio debutto in concerto, nel 1993, al teatro Arcobaleno di Secondigliano, vidi i bagarini davanti all’ingresso, capii che era successo qualcosa di bello. Certo, era una fama circoscritta, un chilometro dopo Caianello non mi conosceva nessuno”.

Ma i critici musicali non mollavano: “E li ringrazio, mi hanno dato la forza di non mollare. Quando sono andato a Sanremo, anno 2000, sembrava che fossi appena sceso dal barcone, contro di me c’era razzismo culturale, come se potessi cantare soltanto di vicoli e sceneggiate. Che poi in Non dirgli mai c’era una sola frase in napoletano. E oggi in molti conservatori la studiano come trattato di armonia. Per farmi volere bene dall’orchestra portai duecento sfogliatelle. Per me era come andare a Lourdes. In gara con Gianni Morandi, con Giorgia. “Sarò all’altezza?”. Nelle pagelle dei critici il voto più bello fu zero. Mi piazzai decimo. Però il lunedì successivo ero già disco di platino, restai per 54 settimane in classifica, di cui 13 al primo posto, vendetti 1 milione e 200 mila copie. Un attimo sei niente, quello dopo sei tutto. E di colpo tutti ti cercano, tutti ti apprezzano, da c… diventi cioccolata”.

Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo

Non manca, la domanda scottante su Anna Tatangelo. “Eh… va bene, comunque abbiamo un figlio insieme. Le storie cominciano e finiscono, oggi sono felice, lo auguro anche a lei. No, non provo amarezza, è così che va la vita. Il primo l’ho avuto a 19, il quinto a 54, un’emozione straordinaria, spero di avere tutto il tempo di vederlo crescere. Ogni figlio è diverso, ma stanno tutti qui, nello stesso cuore”.

redazione

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