È stato il suo secondo impegno internazionale, il primo alla presenza di tutti i principali leader mondiali. Il precedente esordio nell’Olimpo della politica globale, Giorgia Meloni lo aveva fatto a Bruxelles in occasione di un vertice europeo. Ieri è terminato il G20 organizzato a Bali.
Con una guerra in corso nel cuore dell’Europa, la crisi economica, la questione energetica e i tanti – tantissimi – problemi interni al nostro Paese, i media nazionali sono stati in grado di parlare di come Giorgia Meloni interpreta il ruolo di madre.
Esatto, non si è discusso (almeno non abbastanza) dei rapporti diplomatici tra l’Italia, gli Usa e la Nato rispetto agli equilibri con la Russia, la Cina e l’Iran (anche se il governo, quantomeno in merito al conflitto ucraino, ha sempre espresso una posizione chiara e netta nonostante le contraddizioni interne alla maggioranza).
Non si è discusso di come ricucire i rapporti con la Francia rispetto al falso problema dei migranti. Nè di eventuali strategie comunitarie volte a risolvere il dramma della tratta di esseri umani. Non si è discusso delle proteste dei giovani in Iran. Ragazzi e ragazze uccisi dal regime solo perché chiedono diritti e libertà.
Si è parlato, invece, del perché e del come la figlia della premier (continuerò a rivolgermi al presidente del Consiglio al femminile) fosse insieme alla madre. E di questo bisogna dare atto delle capacità comunicative di Meloni. La leader di Fratelli d’Italia è stata molto in gamba nello scatenare due armi di distrazione di massa.
Una strategia usata in politica fin dalla notte dei tempi. Parlare di tutto, anche di cose insignificanti, per non parlare delle reali emergenze. Così si discute di migranti piuttosto che di lavoro, istruzione, sanità e giustizia. Si discute di Meloni in versione genitore invece di approfondire i contenuti di queste prime uscite istituzionali nella grande rete delle relazioni geopolitiche.
Complimenti Giorgia Meloni, ci hai fregati tutti!
Mentre torno a casa dalla due giorni di lavoro incessante per rappresentare al meglio l’Italia al G20 di Bali, mi imbatto in un incredibile dibattito sul fatto che sia stato giusto o meno portare mia figlia con me mentre andavo via per quattro giorni.
La domanda che ho da fare agli animatori di questa appassionante discussione è: quindi ritenete che come debba crescere mia figlia sia materia che vi riguarda? Perché vi do una notizia: non lo è. Ho il diritto di fare la madre come ritengo e ho diritto di fare tutto quello che posso per questa Nazione senza per questo privare Ginevra di una madre.
Spero che questa risposta basti per farvi occupare di materie più rilevanti e vagamente di vostra competenza.
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