Uno ha dipinto Fedor Dostoevskij sulla facciata di una scuola napoletana. Poi, in occasione di un festival artistico (l’Urban Morphogenesis, ndr), è volato a Mosca per dipingere il volto di Julian Assange. Precedentemente vi aveva già partecipato dipingendo il viso dell’astronauta russo Yuri Gagarin.
L’altro è invece andato in Ucraina. Tra le macerie causate dalla guerra provocata da Mosca. Siamo a Borodyanka, località vicina alla capitale Kiev. Sulle mura distrutte dai bombardamenti ordinati dal Cremlino, sono comparse, in totale, cinque opere di street art.
Due ginnaste, una in equilibrio sopra un masso, l’altra che si esibisce con un nastro. Due bambini che giocano all’altalena sopra una trappola bellica di metallo. Un jodoka messo al tappeto da un bambino (l’atleta steso al suolo potrebbe essere Putin). Infine, a Hostomel, è ‘apparsa’ una donna in bigodini con una maschera anti-gas sul volto e un estintore in mano.
Uno, elogiato dallo ‘Zar’, ha dichiarato di aver fatto più lui per la pace che il precedente governo. L’identità dell’altro è invece ancora sconosciuta. Questo anonimato ha contribuito ad alimentare curiosità e successo per la sua produzione artistica.
Di chi stiamo parlando? Di due tra gli street artist più noti con uno in particolare che ha acquisito da anni una fama mondiale. Si tratta di Ciro Cerullo, in arte Jorit e di Banksy. Se l’opera dedicata al grande letterato russo è stata realizzata contro l’ingiusta censura occidentale, stiamo ancora aspettando che il writer napoletano sviluppi un murale dedicato – ad esempio – alla memoria di Anna Politkovskaja o a quella delle numerose vittime causate dal regime di Putin.
Banksy invece è andato a vivere di persona la distruzione causata dalla guerra scatenata da Mosca contro l’Ucraina. Ha dato visibilità alle persone più deboli, ovvero i bambini. Li ha immortalati nella loro normalità: mentre giocano o fanno sport. Una quotidianità interrotta da bombe e missili. Semplicemente questa la differenza tra chi confonde l’aggressore con l’aggredito (supportato dai finanziamenti e dalla propaganda della Regione Campania governata da Vincenzo De Luca…alla faccia dell’artista anti-sistema!) e cerca di giustificare un conflitto che sta uccidendo e massacrando civili nove mesi.