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Ferito a morte: un titolo che è diventato un brand

Chi ama la Capria e chi non. Debutto nazionale al Teatro Mercadante di Napoli. Dopo tanti tentativi falliti ,”Perché non lo fai tu -sbotto’ La Capria- ci hanno provato tante volte ma sempre a caz…o “. Il regista Roberto Ando’ ci è riuscito.

Napoli o ti ferisce a morte. O ti addormenta. E’ l’incipit/tormentone di una jeunesse doreè sfaccendata, annoiata, piaciona, dedita a una vita di circoli, partite a carte e flirt, vizi e vezzi, descritta da Raffaele La Capria

Fu un romanzo di rottura, vinse il Premio Strega nel 1963. Poi ha vissuto di rendita “letteraria” fino alla sua morte. Ma chi ha il coraggio di ammetterlo? E a pochi mesi dalla sua scomparsa ( ha mancato il traguardo dei cento anni per poco, li avrebbe compiuti il 3 ottobre del 2022), Roberto Ando’ lo celebra con una seducente mise en scene. Ma ci tiene a precisare, non è un omaggio postumo. Ci stava lavorando da anni. Tutto nacque da una passeggiata sul lungomare con Dudu’, fu proprio lui a suggerirgli: ” Perché non lo fai tu -sbotto’ ci hanno provato tante volte ma sempre a caz…o “. Anche Francesco Rosi, coetaneo e amico di La Capria, voleva farci un film ma non andò oltre la stesura di un copione.

Ando’ ci è riuscito, anche grazie all’adattamento del critico letterario Emanuele Trevi e tutte le repliche sono sold out. Superlativo Andrea Renzi nel ruolo dell’io narrante che poi sarebbe quello di La Capria e tutto il cast, 15 attori in scena, per rispecchiare le tante “voci “del romanzo che si muovono, in un arco di tempo che va dal ’43 al dopoguerra, su un impianto scenografico molto attraente.
Erri De Luca invitato a un pour parler su La Capria (che, da amico di famiglia, fu un po’ il tutore del suoi primi scritti) aggiunge un’obiezione al romanzo: “Luglio del ’43, le bombe su Napoli cadono a grappoli e i ragazzi senza alcun turbamento di quello che gli succedeva intorno vanno a pescare perché il fragore dei bombardamenti faceva salire i pesci a galla… Possibile che nessuno di loro fosse a combattere! Tutti imboscati!”
Ritornando a quella passeggiata, La Capria sussurra ad Ando’ un’amara riflessione esistenziale sul dolore per la vita che tutto cancella e ci rende estranei a noi stessi e al nostro passato.