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Ugo Russo, chiuse le indagini: per i magistrati è stato un omicidio

Chiuse le indagini. Dopo oltre due anni, gli inquirenti hanno messo la parola fine a questo travagliato capitolo della storia relativa a Ugo Russo. Per il magistrato Rosa Volpe il 15enne è stato ucciso. Ora il carabiniere coinvolto nella vicenda rischia un’accusa formale per omicidio volontario. Attesa la decisione del giudice per le indagini preliminari (Gip) in merito al rinvio a giudizio del militare.

Facciamo un salto indietro. Siamo in via Orsini, alle spalle di via Santa Lucia. Era la notte tra il 29 febbraio e il primo marzo 2020. Ugo Russo, insieme a un complice si trovava a bordo di uno scooter. I due giovani si sono avvicinati al carabiniere in quel momento in auto e in compagnia di una donna.

L’obiettivo dei ragazzini era rapinare il militare e derubarlo del suo orologio. Ma il carabiniere, in quel momento non in servizio, ha estratto la pistola ed ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco che hanno ferito il 15enne. Quest’ultimo ha cercato di scappare, dirigendosi verso l’amico che era rimasto in sella al motociclo.

Ma il carabiniere, secondo la balistica e l’esito dell’esame autoptico, avrebbe sparato di nuovo, colpendo – di spalle – Ugo Russo allo sterno e alla testa uccidendolo. Da allora la famiglia anche grazie al supporto del ‘Comitato verità e giustizia per Ugo Russo‘ ha condotto una battaglia per conoscere la verità sull’accaduto.

Guarda la video intervista ai genitori di Ugo Russo

Il comunicato del comitato e le parole del papà

‘Ugo Russo fu ucciso con un colpo alla testa mentre era in fuga’

‘Omicidio volontario’. Abbiamo aspettato due lunghissimi anni e otto mesi dalla maledetta notte in cui Ugo è stato ucciso a soli quindici anni. Ora è finalmente arrivata la chiusura delle indagini, che contestano a C.B., un carabiniere fuori servizio, di aver commesso un omicidio volontario con diverse aggravanti, tra cui quella dell’abuso di potere e di aver commesso il delitto ai danni di un minore.

Dalla lunga attività di indagine, in cui sono confluite le immagini delle telecamere di sorveglianza e i risultati di molteplici perizie, alcune delle quali nella formula dell’incidente probatorio, quindi avente già valore di prova processuale, sono emerse due fasi distinte nella sequenza dell’omicidio di Ugo. Secondo i magistrati, Ugo viene colpito una prima volta alla spalla vicino l’auto, poi scappa.

C.B. rimette in moto l’auto, la sposta per rimettere il ragazzo sulla linea di tiro e poi esplode altri colpi di pistola, tra cui quello che colpisce mortalmente Ugo alla testa, mentre era già vicino al motorino. Altro che ‘legittima difesa’. Ugo Russo viene colpito mortalmente ‘mentre è in fuga’, scrivono testualmente i pubblici ministeri applicati all’indagine.

“Per la mia famiglia, per mia moglie e i miei altri figli, sono stati e sono anni difficilissimi. Abbiamo sopportato il dolore della perdita di Ugo insieme a pressioni e insulti di ogni tipo perché continuiamo a chiedere giustizia e verità. Abbiamo ricevuto anche tanta solidarietà da chi pensa che la giustizia deve valere per tutte e tutti. Nulla potrà restituirci Ugo, ma ora chiediamo che il processo arrivi presto. Abbiamo bisogno della completa verità’ sono le prime parole di Enzo Russo.

Se questi due anni e otto mesi sono sembrati ancora più interminabili è sicuramente per la continua aggressione morale subita dalla famiglia di Ugo in molte forme. Una parte dei media e dell’opinione pubblica cittadina è sembrata molto più interessata alla permanente criminalizzazione di un ragazzo di quindici anni piuttosto che a comprendere cosa fosse effettivamente successo quella notte.

A pochi è importato approfondire se ad Ugo fosse stata applicata una pena di morte senza processo, come sembrava indicare fin da subito il luogo del ritrovamento del suo corpo e il colpo alla nuca. Continueremo a fare informazione e mobilitarci sul processo ma auspichiamo finalmente una riflessione pubblica diversa che riguardi non solo il futuro dei ragazzi dei quartieri popolari, ma che implichi anche una discussione sull’attitudine e sulla formazione delle persone a cui i corpi di sicurezza dello Stato mettono un’arma in mano.

(Apprendiamo anzi dai giornali che la persona imputata dell’omicidio volontario di Ugo sarebbe attualmente in servizio. Fermo restando che deve essere celebrato il processo ci lascia attoniti che una persona accusata di omicidio volontario non sia stata sospesa e sia autorizzata a prestare servizio armata). Convochiamo per domani 3 novembre 2022 alle ore 12.00 in piazza Parrocchiella una conferenza stampa per prendere parola pubblicamente sulla chiusura delle indagini“.

redazione

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