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“Chi uccide come un adulto, va punito come tale”, le donne ‘guerriere’ chiedono giustizia dopo l’omicidio di Giovanni Guarino

Natascia Lipari, Tania Sorrentino, Anna Gaeta ed Elisa Ciliendo questo martedì sono state a Roma per partecipare a un sit in organizzato da Elisabetta Casini, madre di Lorenzo, trovato morto nel 2019 nella sua abitazione. Il decesso fu archiviato come suicidio e oggi la madre chiede che sia riaperta l’indagine per fare luce su una morte che secondo lei è sospetta. Cas

Così la madre di Simone Frascogna, la moglie di Maurizio Cerrato, la moglie di Patrizio Falcone e la madre di Gianluca Coppola, tutte vittime di una criminalità atroce, hanno deciso di sostenere in questa giornata Elisabetta Casini. Il viaggio a Roma ha assunto però ancora più importanza alla luce di quanto accaduto due giorni fa a Torre del Greco, dove domenica sera un altro giovane è stato ammazzato in una lite per futili motivi. Si chiamava Giovanni Guarino, aveva 19 anni, ed è stato colpito mortalmente con una pugnalata al cuore.

Per Natascia, Tania, Anna ed Elisa quest’omicidio è una ferita che si riapre. Un’altra madre oggi piange il suo ragazzo, portato via senza alcuna ragione, da una violenza bestiale. “Un’altra atrocità è stata compiuta due giorni fa con l’omicidio di un ragazzo di 19 anni – dice Natascia Lipari a Vocedinapoli.it – finché lo Stato non interviene cambiando le leggi rispetto alle pene nei confronti di minori che commettono omicidi, continueremo a vedere simili atrocità e ci saranno ancora madri che piangono i loro figli. Siamo stanche, non crediamo più nello Stato italiano“.

Natascia Lipari, Tania Sorrentino ed Elisabetta Casini, durante il sit in tenutosi in piazza Santi Apostoli,  hanno incontrato il Prefetto di Roma e gli hanno chiesto la riapertura delle indagini sulla morte di Lorenzo. Quella di oggi è stata una manifestazione per chiedere giustizia, un’occasione per ribadire quanto da tempo chiedono questo donne, nuove leggi per punire chi commette simili delitti, anche se minorenni.  Una manifestazione che diventa ancora più dolorosa dopo l’omicidio di Giovanni Guarino: “Oggi ci troviamo qui a Roma – dice Anna Gaeta – per tutte le vittime della criminalità comune. Vogliamo dare un nostro grido per la giustizia e legalità, le nostre strade sanguinano ancora. Noi vogliamo che le nostre vittime abbiano giustizia, non vogliamo vendetta. Vogliamo che le leggi cambino affinché sia fatta una reale giustizia. Nessuna di noi dovrebbe essere qui, ma dovrebbe essere lo Stato a starci vicino. Due giorni fa a Torre del Greco è stato ammazzato un altro ragazzo per futili motivi, basta è il momento di cambiare le leggi. Non ci deve essere differenza di vittime, le vittime sono uguali, non esistono vittime di serie A e B, lo Stato deve prendersi cura di noi e non degli assassini“.

Per queste donne, che si sono conosciute e unite nel dolore, è importante che si parli di giustizia. Tania Esposito a pochi giorni dall’anniversario della morte del marito, Maurizio Cerrato, ha dovuto subire il dolore di veder bruciato uno striscione esposto per il marito a Torre Annunziata: “Mio marito è stato pugnalato il 19 aprile 2021 – racconta Tania Esposito – solo perché mia figlia di 19 anni aveva rivendicato il diritto di spostare una sedia per parcheggiare. Mio marito è stato ucciso per la seconda volta, è stato bruciato un manifesto dove c’era scritto ‘Giustizia per Maurizio’. La parola giustizia è stata bruciata, evidentemente inizia a fare paura a qualcuno. Noi famiglie delle vittime ci siamo unite per combattere, non ci fermiamo, non ci fermano questi gesti. Questo comportamento barbaro non ci spaventa, oggi piangiamo un altro ragazzo, Giovanni Guarino ucciso a 19 anni per mano di due 15enni. Noi vogliamo dire basta, le leggi devono cambiare. Chi si comporta da adulto e uccide senza pietà deve pagare come un adulto. Noi vittime abbiamo bisogno di non esserlo due volte, non vogliamo essere vittime dello Stato“.

Tra le donne guerriere a sfilare questo martedì a c’era anche quella di Gianluca Coppola, ucciso a 27 anni a colpi d’arma da fuoco sotto casa sua, anche lei chiede che ci sia un cambiamento: “Mio figlio è stato sparato sotto casa nostra – racconta Elisa Ciliendo – dopo una discussione per futili motivi. Siamo anche noi  qui a Roma per sostenere la madre di Lorenzo Casini. C’è troppa ingiustizia su questa terra, lo Stato non ci ascolta, devono cambiare le leggi. Questi assassini devono marcire in galera, questa non è vendetta sarebbe soltanto giustizia“.

Il video della manifestazione a Roma

redazione

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