E’ ancora lontano dal chiudersi il cerchio attorno al caso giudiziario di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra, comune in provincia di Bergamo, scomparsa il 26 novembre 2010, ritrovata poi uccisa il 26 febbraio del 2011. Nel 2018 è arrivata la condanna in via definitiva per Massimo Bossetti, il cui DNA nucleare era risultato compatibile con quello dell’uomo identificato dagli inquirenti col nome di ‘Ignoto 1‘, rilevato sugli indumenti intimi della giovane, nella zona colpita da arma da taglio.
L’inchiesta nata dalla denuncia di Bossetti: i dettagli
Da quel DNA è nata un’inchiesta che, come riferisce il Corriere della Sera, vede iscritti nel registro degli indagati, Giovanni Petillo, presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo e Laura Epis, funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di reato. I due hanno ricevuto un avviso di proroga dell’indagine nei mesi scorsi e sono indagati per frode in processo e depistaggio. Il fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito.
L’Inchiesta – come spiega il Corriere – è nata dopo la denuncia presentata da Bossetti, che da anni chiede che venga revisionato il caso e il relativo processo per i dubbi della difesa sulle tracce biologiche che portarono all’accusa dell’uomo come ‘Ignoto 1’
Secondo la denuncia presentata dai legali di Bossetti, vi sarebbero dei campioni ‘prima scomparsi e poi ricomparsi“, inoltre l’ipotesi che il materiale confiscato ‘ Sia stato conservato in modo tale da farlo deteriorare‘
La competenza sul caso passa alla procura di Venezia: le indiscrezioni
La competenza sul caso è affidata alla procura di Venezia – annuncia il Corriere – il procuratore aggiunto D’Ippolito avrebbe già ascoltato diversi testimoni. Le indiscrezioni raccolte dal quotidiano affermano che l’inchiesta di Venezia sia ad un passo dalla chiusura, ma finora, non sarebbe emersa alcuna prova di un cambiamento doloso.