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Guerra in Ucraina, la prima notte e il bilancio delle vittime. Kiev sotto assedio, esplosioni in città

“Stanotte sono cominciati i bombardamenti sulla citta’ di Kiev, non succedeva dal 1941. Se siete per la pace, lottate per noi contro la guerra”, inizia così il discorso di  Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha lanciato un appello affinché tutti si mobilitino per aiutare il suo Paese. “Siamo stati lasciati soli – continua Zelensky – a difendere il nostro Stato. Chi è pronto a combattere al nostro fianco? Non vedo nessuno. Si devono adottare immediatamente forti sanzioni economiche e finanziarie contro l’aggressore per privarlo dei mezzi per continuare l’attacco”.

Guerra in Ucraina, il numero delle vittime nella prima giornata

Il presidente ha poi spiegato che lui è il nemico numero uno: “Secondo le nostre informazioni il nemico ha me come obiettivo numero uno, la mia famiglia come secondo obiettivo”. Ha poi fatto il bilancio della prima giornata di guerra, in cui sono morti 137 cittadini ucraini: “137 eroi” e 316 sarebbero i feriti. Zelensky ha accusato le forze russe che attaccano anche obiettivi civili.

Esplosioni al centro di Kiev

Kiev nella notte è stata messa sotto assedio, diverse l’esplosioni nelle zone periferiche ma perlomeno due sarebbero state avvertite nel centro della città intorno alle 05 ore italiane. Notizia confermata da diversi video che girano in rete. Intanto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba , ha denunciato il lancio di missili su Kiev che avrebbe provocato almeno 3 feriti: “L’ultima volta che la nostra capitale ha subito qualcosa di simile è stato nel 1941, quando è stata attaccata dalla Germania nazista. L’Ucraina ha sconfitto quel demone e sconfiggerà anche questo”. Secondo il governo di Kiev l’antiaerea ha abbattuto un missile russo, che però si è schiantato su un palazzo causando un incendio. Ma il Paese questa notte ha perso il controllo dell’Isola dei Serpenti, nel Mar Nero, l’ha comunicato la Guardia Costiera.

E’ terminata la prima notte di guerra per i cittadini ucraini che si sono arrangiati come hanno potuto, le stazioni metro sono diventate bunker dove proteggersi, chi è rimasto nelle loro case ha dormito nei corridoi, lontano dalle finestre. C’è poi chi ha preferito fuggire, lasciando le principali città.

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