È di questi giorni la polemica che ha colpito Ottaviano, località vesuviana in provincia di Napoli. A un anno dalla morte di Raffaele Cutolo sono apparsi in città alcuni manifesti funebri che hanno scatenato un feroce dibattito.
Il testo di quei manifesti ha spinto i giornalisti della trasmissione de Le Iene ad andare ad Ottaviano per affissarne degli altri e intervistare con il loro metodo i cittadini. Il servizio non è piaciuto a tutti.
“Nessuno dice che non ha mai avuto l’imputazione di associazione camorristica. Per la legge non lo è stato, ha scontato ergastoli. Ha chiesto anche scusa a suo modo. E anche sul mancato pentimento ci sarebbe poi da discutere. Cosa significa chiedere scusa? Parlare a comando per fare favori a qualcuno? O per ottenere sconti di pena? Mio marito sa quel che ha fatto e ha scelto di pagare fino alla fine. Gli omicidi? Sì, tutti abbiamo perso affetti cari, la sofferenza è stata ed è enorme. Ma siamo andati avanti, i morti che ho avuto anche io non ritornano. A chi si ostina, a chi continua a dare colpe alla mia famiglia. Cutolo è stato uomo sempre, ha sbagliato. A sua figlia ha insegnato a chiedere scusa quando si commettono errori. Non è un esempio per i giovani, tutt’altro. Ma per Denyse (la figlia, ndr), vi assicuro, è stato e continua ad essere un punto di riferimento.
Un nostro parente voleva fare i manifesti, io ero contraria ma poi ha deciso Denyse. Neanche sapevo che fosse scritto così (‘anima benedetta’, ndr). Possiamo stare anche dopo la sua morte a coltivare odio e polemiche? Direi che può bastare. Mio marito ha sbagliato certo, ma l’amore non si decide a tavolino. Dovrei essere condannata per questo?“.
“Visto ieri sera servizio de “ Le iene” a Ottaviano. Non l’ho apprezzato. Premesso che:
1) La camorra è solo e sempre male.
2) Cutolo è stato un feroce criminale.
3) Il manifesto che annunciava la Messa nel primo anniversario della sua morte non lo avrei mai scritto, aggiungo che:
1) Non è onesto far passare gli abitanti di Ottaviano per codardi o collusi.
2) Se l’anima ( la mia, la tua, quella di chicchessia) sia benedetta o no, non spetta a me ne a te dirlo ma al Padre eterno
3) Non è giusto andare in un paese tanto provato e mettere alla gogna le persone con domande prefabbricate.
Io odio la camorra più dell’inferno stesso ma – per motivi miei – potrei non volere rispondere alle tue domande. Stop. E tu, caro giornalista, hai il dovere di rispettarmi e togliere il disturbo. Le notizie vanno date non costruite. La camorra si sconfigge anche con la buona educazione e le oneste intenzioni. Un abbraccio a tutti. Padre Maurizio Patriciello“.
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