Pasquale Torre era il fratello di Mariano, oggi pentito. Giuseppe Di Napoli era il figlio di un capo piazza
I killer hanno agito verso le 16 di ieri pomeriggio. Probabilmente sono stati aiutati da un complice interno che prima li ha avvisati in merito alla presenza delle vittime e dopo ha lasciato i cancelli aperti del parco garantendogli la fuga.
Così Pasquale Torre, 47 anni, e Giuseppe Di Napoli, 35 anni, sono stati crivellati di colpi. Uccisi mentre erano all’interno di un’automobile. Torre è stato trovato senza vita nella vettura, Di Napoli riverso a terra qualche metro più avanti.
Il retroscena dell’agguato avvenuto a Napoli
Evidentemente, il 35enne, aveva provato inutilmente a sfuggire all’azione dei sicari. Così la camorra è tornata ad uccidere. Lo ha fatto nel rione Don Guanella, zona sita nel cuore dell’area Nord di Napoli, tra i quartieri Miano, Scampia e Secondigliano.
L’agguato è avvenuto all’interno di un complesso residenziale, il Parco dei Colombi. Sul posto sono giunti gli agenti della polizia oltre ai soccorsi, ai tecnici della scientifica e in seguito al magistrato di turno. I poliziotti hanno dovuto allontanare i parenti delle vittime che erano disperati.
Il retroscena dell’agguato avvenuto a Napoli: la guerra per il controllo del territorio
Sullo sfondo del duplice omicidio c’è la faida tra i clan per il controllo di quella zona. Un’area orfana dell’egemonia dei Capitoni, ovvero del clan Lo Russo che oggi vede i suoi principali esponenti detenuti o collaboratori di giustizia. Un panorama criminale frammentato e in guerra.
Una delle vittime, Pasquale Torre, è il fratello di Mariano, oggi pentito e coinvolto nell’omicidio del giovane innocente Genny Cesarano che perse la vita a causa di una stessa nel rione Sanità. I Torre sono i nipoti di Anna Torre, moglie di Peppe Lo Russo, ex boss dei Capitoni oggi detenuto e unico dei suoi fratelli a non aver collaborato con la giustizia.
Il retroscena dell’agguato avvenuto a Napoli: il fratello del pentito dei Lo Russo
Giuseppe Di Napoli, invece, è il figlio di uno storico capopiazza del vicino rione San Gaetano: Carmine Di Napoli. Proprio a causa di tutti questi collegamenti e parentele, le indagini della Squadra Mobile sono coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda).