Tutti vogliono Draghi al Colle ma la verità è un'altra. A destra c'è il divisivo Berlusconi, candidatura che può nasconderne delle altre, a sinistra?
Tanto rumore per nulla. Titoli catastrofici per descrivere un contesto che si è già verificato ogni qualvolta si è dovuto eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. Tuttavia, lo scenario politico di oggi è molto fragile e su di esso incombe la crisi causata dalla pandemia.
Protagonisti i partiti, deboli e da tempo ‘commissariati’. È dal 2013, causa leggi elettorali vergognose, che non c’è stato un governo legittimato da una maggioranza parlamentare forte. Di conseguenza, da allora, sono state sempre necessarie alleanze larghe e profili tecnici che prendessero il timone delle istituzioni.
Elezione del Presidente della Repubblica
Con Mario Draghi siamo giunti all’apice di questo processo. Il nome del premier è tra quelli più speso come prossimo inquilino del Quirinale. Ma non è affatto scontato che questo accada. Anzi, proprio il fatto che i partiti spingano per volere Super Mario al Colle, vorrebbe dire l’esatto contrario: l’ex Presidente della Banca Centrale Europea (Bce) è meglio che resti a Palazzo Chigi.
Elezione del Presidente della Repubblica: Draghi, perché no
Proviamo ad esaminarne i motivi. Se Draghi dovesse diventare il prossimo presidente della Repubblica si aprirebbero tre scenari: elezioni subito, governo tecnico fino al 2023, un nuovo governo di unità nazionale che porti il paese fino alla fine della prossima legislatura in caso di elezioni anticipate.
Sono tutte ipotesi invise ai partiti. La prima: la caduta del Governo troverebbe i segretari delle principali forze politiche impreparati per proporsi alle urne; la seconda: un ulteriore governo tecnico dalla durata di un anno avrebbe la grande difficoltà di trovare un altro profilo ‘alla Draghi‘ capace di mettere tutti d’accordo; la terza: andare al voto con l’attuale legge elettorale, rischiando di ottenere l’ennesima maggioranza fatta di improbabili alleanze, sarebbe il colpo definitivo alla stabilità politica e democratica del Paese (oltre che alla sua capacità riformista).
Elezione del Presidente della Repubblica: i partiti
A perderci di più sarebbe il Partito Democratico. Il Pd non vince le elezioni dal 2013 eppure, tranne che per la parentesi del governo Conte I, è sempre riuscito a far parte della maggioranza. Il centro destra, numeri alla mano, è la coalizione favorita per la vittoria di una possibile e improvvisa competizione elettorale. Ma Salvini che è in perdita di consenso, la Meloni che ha bisogno di rafforzarlo e Berlusconi che è in caduta libera in termini di voti, sarebbero disposti a correre il rischio?
Ecco perché Draghi potrebbe tranquillamente restare Presidente del Consiglio fino al 2023. Nel frattempo sarebbero realizzate una nuova legge elettorale e le ultime riforme utili per concretizzare il Recovery Plan. Questo consentirebbe alle istituzioni di spendere correttamente i fondi europei distribuiti per la ripresa. Per non parlare della gestione dell’attuale fase di emergenza sanitaria non ancora conclusa. Inoltre, immaginiamo che l’attuale premier venga eletto per il Quirinale: quale Presidente del Consiglio – osservando un pò i possibili futuri primi ministri – sarebbe disposto a confrontarsi con un Presidente della Repubblica così forte tra in confini di casa e quelli internazionali?
Elezione del Presidente della Repubblica: l’ipotesi Draghi al Quirinale
Certo, la Costituzione delinea perfettamente il raggio d’azione di ogni carica prevista dal nostro ordinamento. E Draghi sarebbe rispettosissimo della Carta. Ma con un Parlamento sempre più svuotato delle sue funzioni e un sistema che si è avviato ad essere ‘presidenziale‘, un conflitto tra Palazzo Chigi e il Colle non sarebbe da escludere. Salvini, Meloni, Letta e Conte sarebbero pronti ad avere uno scontro con Draghi?
Dal mio punto di vista per alcuni degli attuali segretari di partito sarebbe meglio che Draghi finisse il suo mandato, gli tolga ancora qualche castagna dal fuoco per poi farsi definitivamente da parte. Sarebbe interessante sapere cosa l’ex presidente della Bce pensi di tutto questo. Di sicuro la poltrona del Quirinale sarebbe un traguardo eccezionale. Ma dubito che Draghi abbia quell’avidità istituzionale che lo porti a sedersi sopra per forza. E a maggior ragione, l’attuale premier difficilmente si lascerà ‘crocefiggere’ dai possibili ‘franchi tiratori’.
Elezione del Presidente della Repubblica: Berlusconi
Ed ora veniamo alle cronache recenti. Il centro destra ha ufficializzato, se ci dovessero essere i voti, che è pronto in modo unitario a sostenere la candidatura di Silvio Berlusconi come prossimo Presidente della Repubblica. Non c’è al momento in Italia un nome più divisivo di quello dell’ex premier. Un paradosso rispetto alla funzione unitaria che il Presidente della Repubblica deve avere. Tuttavia è abbastanza legittimo che la coalizione punti su chi il centro destra lo ha creato. E sopratutto su chi rappresenta un argine agli estremismi di Salvini e Meloni (questi ultimi reggerebbero al fallimento di tale candidatura o se la auspicano?).
Non sarebbe un trauma se il nome di Berlusconi servirebbe a nasconderne un altro, come – ad esempio – quello di Gianni Letta. Un signore delle istituzioni che da ‘dietro le quinte’ ha tessuto le trame della politica italiana degli ultimi 30 anni. Sta di fatto che a destra un nome è stato fatto. A sinistra? Bhè, come da qualche decennio dalle parti del Nazareno c’è il vuoto.
Elezione del Presidente della Repubblica: il Pd
I sussulti arrivati dalle dichiarazioni di Letta sono stati motivati dal buon vecchio e sano anti berlusconismo. Nel Pd pare ci siano soltanto due obiettivi programmatici da perseguire: la guerra a Renzi e capire se l’alleanza con il Movimento 5 Stelle di Conte è o meno fattibile. Insomma, Berlusconi e il leader di Italia Viva da tempo orchestrano strategie per il Colle mentre nel Nazareno si continua a studiare il metodo migliore per un suicidio politico. Ma forse a Letta & Co continua a stare il bene il fatto di governare senza passare per le urne. Ma quanto potrà ancora durare questa speranza?