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Sparatoria al Roxy Bar, parla il titolare: “Sono una vittima. Mia figlia mi ha detto andiamocene via” 

Io sono una delle vittime di questa brutta storia. Adesso non so neanche cosa devo fare” sono queste le parole, rilasciate nel pieno delle lacrime al Corriere dell Sera, di Armando il titolare del Roxy Bar di Arzano, comune a nord di Napoli, che nella sera di mercoledì è stato a suo malgrado protagonista di una terribile sparatoria dallo stampo quasi terroristico col bilancio di ben 5 feriti: difatti solo per cause fortuite non si è sfiorata una vera e propria strage di camorra.

La forza e la paura del titolare: “”Io e mia moglie eravamo dietro al bancone”

Io e mia moglie – racconta Armando –  eravamo dietro al bancone e appena abbiamo sentito i primi due spari ci siamo buttati a terra. L’ho tirata giù io. Sono stati alcuni interminabili momenti fin quando abbiamo capito che i sicari se n’erano andati. Quando ci siamo rialzati c’era sangue ovunque. Uno dei feriti era mio zio – stava prendendo un caffè mentre parlava con mia moglie“. Lo stesso è difatti uno dei due innocenti rimasti feriti nel corso del raid. 

Io sono una delle vittime – precisa il titolare smarcandosi da ogni tipo di diceria sulla sua probabile appartenenza a qualsivoglia cartello mafioso –  di questa brutta storia. Adesso non so neanche cosa devo fare. Ho speso da poco diecimila euro per mettere a posto il locale. Mia figlia di 23 anni mi ha detto papà andiamocene da qua e trasferiamoci a Londra. Certe volte ci penso a mollare tutto, perché la presenza di certi criminali si sente e si vede. Purtroppo comandano loro e dallo Stato ci sentiamo abbandonati. Eppure non posso mollare, anche perché qui c’è tutta la mia vita. E poi ieri sera tutti i miei amici e le persone che mi conoscevano sono venuti al bar a darmi forza. Però penso anche che dopo quello che è accaduto il mio bar perderà il 90 per cento dei clienti. Chi entra in un locale con il timore di finire vittima di un agguato? In questa zona i controlli ci sono, ma non sono sufficienti“.