La fine di De Magistris. L'ex Sindaco di Napoli non è riuscito a diventare nemmeno Consigliere regionale. La Clemente ha ottenuto il 5%
Dalla ‘rivoluzione arancione’ che ha scassato Napoli alla debacle in Calabria. Si è chiusa nel peggiore dei modi la carriera politica di Luigi De Magistris. L’ex magistrato e sindaco ha raggiunto solo il 16% dei voti alle ultime regionali senza riuscire nemmeno a diventare Consigliere.
Una sonora sconfitta per chi ha abbandonato da tempo Napoli per cercare un altro posto di lavoro, proprio in Calabria. Ma la propaganda arancione, antesignana di quella populista e basata sull’anti politica, messa in campo dal Movimento 5 Stelle, nella regione calabrese, non ha funzionato.
Dema è sempre stato un movimento morto fin da quando è nato. Un partito politico sorto sulla spinta della vittoria di De Magistris a Napoli e che avrebbe dovuto ottenere una spinta su scala nazionale, senza alcun radicamento sul territorio locale. Invece gli arancioni si sono eclissati alla prova del nove. Ovvero appena si sono dovuti confrontare con il fare, il decidere e rendere il capoluogo partenopeo una città vivibile come le principali capitali europee.
La fine di De Magistris
Invece la mala amministrazione e l’isolamento politico ottenuti da De Magistris hanno – per fortuna – messo fine dopo dieci anni ad una delle peggiori esperienze politiche che Napoli abbia mai avuto. Un processo che si è ritorto contro Alessandra Clemente.
L’ex Assessore, ‘delfina’ di De Magistris, non si è mai capito se è stata ‘costretta’ oppure no a candidarsi a Sindaco. Le premesse e le speranze che la competizione elettorale potesse essere almeno soddisfacente, erano davvero pochissime. L’ex Sindaco l’ha bruciata mandandola improvvisamente in pasto alla tornata elettorale. Persino lo zio, il Senatore Sandro Ruotolo, si arrabbiò con De Magistris.
E il risultato si è visto: il 5% dei voti e due soli consiglieri. Un magro bottino per chi è stata erede di questa stagione decennale che ha governato a Palazzo San Giacomo. Ma la Clemente è giovane, e all’opposizione può continuare a farsi le ossa e sviluppare il proprio profilo istituzionale e la propria offerta politica. Per De Magistris, invece, pare sia giunta definitivamente la fine.