Il padre del piccolo Alex, il bambino di poco più di due anni ucciso dalla madre con nove coltellate a Città del Pieve, non riesce a credere a quanto accaduto. Norbert Juhász racconta quali erano i rapporti con la sua ex compagna, che era tornata in Italia con il bambino non lasciandoglielo vedere. C’era stata una battaglia legale per l’affidamento del piccolo, vinta dal padre, ma a quel punto la madre è fuggita con il figlio.
Il racconto del padre di Alex
Poi è arrivato quel terribile venerdì, quando la donna ha colpito il figlio a morte e l’ha poggiato su un nastro trasportatore di un market. L’ex compagno è certo dei problemi psichici della donna: “Sto molto male, Alex era il mio piccolo tesoro. Anche il gip, che ha convalidato il fermo, ha capito che Katalina è socialmente pericolosa. Soffriva di disturbi psichici e avevamo l’affidamento comune, ma lei non lo ha mai rispettato: non me lo faceva vedere, con lui era cattiva. E questo era già accaduto con il figlio maggiore, che però nel 2014 le era stato portato via”.
Secondo il racconto del padre, la donna già in gravidanza aveva dato prova di un’instabilità mentale: “Già in gravidanza si tirava pugni in pancia e aveva minacciato di dargli fuoco. Solo per questo avrebbero già dovuto toglierglielo, invece ora ho perso il mio tesoro. Da tempo minacciava di fare ciò che ha fatto, poi ha chiamato il figlio inviandogli la foto. È stato orribile, in quello scatto Alex aveva la maglietta piena di sangue. E quegli occhi chiusi”.