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Dal diploma alla malattia, Francesco muore in cella. La figlia: “Verità e giustizia per papà”

La storia di Francesco Palumbo. A soli 55 anni è stato stroncato da un tumore sospetto. La denuncia per un presunto caso di mala sanità

Io non voglio vendetta ma giustizia. La mia famiglia ed io vogliamo conoscere la verità. Vogliamo sapere cosa è accaduto a mio padre“, a parlare è una ragazza giovanissima. Ha solo 20 anni ma la determinazione è quella di una donna matura. Miriana Palumbo è stata costretta a crescere in fretta e a convivere con un lutto particolarmente difficile: la scomparsa  del papà.

Francesco Palumbo, nato a Portici, aveva 55 anni quando è deceduto lo scorso mese di giugno all’ospedale Cardarelli di Napoli. Sarebbe dovuto uscire dal carcere di Secondigliano nel 2023, una volta scontata la sua pena. È stato detenuto nove anni. L’ultima volta che ha potuto avere il padre al suo fianco, Miriana aveva 11 anni. Più piccola di un adolescente.

Ero molto legata a mio padre anche se non ho potuto godermelo. Ha fatto degli errori e stava pagando ma non è giusto che una persona, anche se detenuta, debba subire quel calvario“, ha raccontato MirianaVocedinapoli.itFrancesco Palumbo ha scoperto nel 2019 di essere gravemente malato. Tutto era iniziato con dolori vari e sparsi su tutto il corpo, nello specifico alla testa.

Poi la brutta sorpresa: Francesco aveva una massa alla gola. Quest’ultima giorno dopo giorno è diventata sempre più grande fino a impedirgli di respirare, deglutire, bere e mangiare in modo normale. Francesco, nell’ultimo periodo della sua vita, era persino costretto a dormire seduto. “All’inizio papà è stato curato con degli antibiotici, degli antidolorifici e dei farmaci al cortisone – ha detto Miriana Dopo non so quanto tempo, rispetto alle nostre richieste, finalmente è stata disposta una tac che si è rivelata un pugno allo stomaco“.

Dal 2019 al 2021 sono passati due anni. Un tempo infinito per chi ha una malattia del genere. “Abbiamo sporto denuncia contro ignoti – ha affermato il legale della famiglia Palumbo, Raffaele Pucci – Abbiamo chiesto dei chiarimenti all’autorità giudiziaria sul perché di questo clamoroso ritardo nell’assistenza sanitaria e nella successiva diagnosi per il mio cliente“.

La storia di Francesco Palumbo

Già nel 2020 erano state clinicamente provate le gravi condizioni di salute di Francesco. Gli esiti degli esami avevano diagnosticato la massa e la sua crescita. “Da allora abbiamo presentato diverse istanze di scarcerazione presso il magistrato di sorveglianza – ha affermato l’avvocato Pucci – Considerata anche la pandemia, non ci voleva molto a capire che lo stato di salute del Palumbo erano del tutto incompatibili con il regime carcerario“.

Poi il paradosso, lo scorso maggio (un mese prima del decesso, quando ormai Francesco era in una sorta di stato di coma), il Tribunale ha concesso a Palumbo la sospensione della pena. Ma ormai era troppo tardi, il 55enne non si è più alzato dal letto del Cardarelli. Il caso è ora in mano alla Procura di Napoli. A lavorarci il Pm Giuliana Giuliano. Sia la magistratura che la difesa hanno assunto dei tecnici (lo scorso mese di lugliondr), affinché sia reso noto – attraverso l’autopsia – il vero motivo del decesso di Francesco.

C’è il sospetto che alla fine, nonostante la malattia, il Palumbo possa essere stato ucciso da un’infezione. Il mio cliente è stato sottoposto agli esami necessari a maggio del 2021. A più di una anno di distanza dalla nostra richiesta. Di conseguenza i ritardi con i quali è stata diagnosticata la gravità di quella massa e autorizzate le varie visite specialistiche, potrebbero essere stati determinanti“, ha spiegato l’avvocato Pucci.

Ho ricevuto una sua lettera all’inizio di giugno. Mi aveva scritto che stava molto male – ha dichiarato Miriana – Un giorno ha tossito sangue e solo l’allarme lanciato dagli altri detenuti ha fatto si che l’amministrazione del penitenziario organizzasse il trasferimento urgente al Cardarelli. Ricordo ancora l’ultima volta che l’ho visto, durante una video chiamata dal nosocomio. Il volto era stravolto e deformato dalla massa ormai enorme e gonfia“.

Dopo un’ultima e urgente operazione Francesco è stato ricoverato in terapia intensiva, fino al tragico epilogo: la morte, avvenuta lo scorso 30 giugno. “Mio padre era un detenuto modello. Si era anche diplomato in carcere, sognava un’altra vita con noi. Penso a tante altre ragazze come me che hanno un genitore in cella e che rischiano di non vederlo mai più. Questa mia battaglia è anche per loro, per tutte quelle famiglie“, ha concluso Miriana.

La storia di Francesco Palumbo