Stanley Tucci vince l’Emmy 2021 per il programma Searching for Italy dedicato alla cucina italiana. L’attore si affida proprio al santo patrono di Napoli e alla cucina della città per puntare all’impresa.
«San Gennaro mettici la mano tua». Stanley Tucci si era affidato al Patrono di Napoli per vincere un Emmy per Searching for Italy, la trasmissione che ha realizzato nel nostro Paese alla scoperta dell’Italia e dei suoi sapori attraverso sei regioni.
Il 19 settembre San Gennaro, insomma, il miracolo lo ha fatto. Nel giorno della sua festa, con il prodigio dello scioglimento del sangue considerato un buon auspicio per la città, lo show imposta su avversari di rango: nella categoria «Outstanding Hosted Nonfiction Series Or Special» Tucci sbaraglia il programma «My Next Guest Needs No Introduction» con David Letterman e l’intervista evento dell’anno «Oprah With Meghan And Harry».
In nomination anche «United Shades of America with W. Kamau Bell» e «Vice». L’Emmy attribuito a Tucci riguarda tutto il programma, ma una nomination riguardava nello specifico la puntata girata fra Napoli e la Costiera amalfitana, in un trionfo di pizze, pasta alla Nerano e coniglio all’ischitana con i bucatini.
La puntata di apertura dello show, dedicata a Napoli, si apre con il conduttore di spalle al passeggio per le strade di Napoli con l’antropologa Elisabetta Moro — che lo ha condotto alla scoperta dell’anima non solo gastronomica della città —, quindi lezione di pizza con Enzo Coccia su una terrazza con vista mozzafiato sul Golfo. Tappa a Ischia per imparare nelle cucine de Il focolare i segreti del coniglio all’ischitana e approdo in Costiera, nella pasticceria di Sal de Riso e a Lo Scoglio, per imparare a cucinare gli spaghetti alla Nerano. Una ricetta che Stanley Tucci — appassionato di cucina che nel cinema ha raccontato in cult movie straordinari — con la moglie Felicity ripropone spesso ai fornelli di casa, raccontando le fasi della preparazione su Instagram.
Di notevole importanza la lezione di pizza con Enzo Coccia che per primo esprime una visione nuova: quella che vede la pizza dialogare con le eccellenze del territorio. Giusto tributo a questo artigiano classe 1962, napoletano doc, ma capace di scrollarsi di dosso l’idea in base alla quale “si è sempre fatto così, si deve continuare a fare così”, per innescare invece un circuito virtuoso di ricerca, passione, qualità. Per dirla con le sue parole, «la pizza napoletana è un gioiello che non va tenuto in cassaforte». Insomma, lui è insieme pizzajuolo, come gli piace essere chiamato, all’antica maniera, e mâitre à penser della cibo più popolare del mondo.
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