Barbara D’Urso ha raccontato la sua infanzia e i problemi vissuti assieme ai fratelli a causa della malattia della madre. Non capita spesso che la conduttrice parli così apertamente di aspetti della sua vita privata e di quando era una bambina. L’ha fatto in un’intervista per il Corriere della Sera in cui ha trattato diversi temi, dal lavoro all’amore, passando per la sua infanzia.
Il dolore di Barbara D’Urso per la morte della madre
La madre della conduttrice napoletana è morta quando aveva solo 11 anni, con i suoi fratelli facevano i turni per farle assistenza: “In principio, era: io ce la devo fare. Vivevo a Napoli, in una casa meravigliosa, avevo tutto, poi, io ho sette anni e mamma si mette a letto. Ogni tanto, si alzava, poi, sempre meno. Le sue braccia erano sempre più nere, per le flebo. Io e i miei fratelli ancora abbiamo la fobia degli aghi. È morta che Alessandro aveva 3 anni, Daniela 7, io 11. Nessuno ci ha detto perché venivano tanti medici. Insomma, sei piccola, fai i turni per tenere il panno ghiacciato sulla fronte di mamma, non sai se guarisce, che ha… Per forza ti dici: io, a questo, devo sopravvivere. Poi, all’improvviso, mamma non c’è più e di lei in casa non parleremo mai più. Come se quella tragedia fosse normale. Da allora mi porto dietro quest’imperativo di sopravvivenza e il rigore di mamma, che ho nel Dna”.
Dopo la morte della madre tante cose sono cambiate nella vita di Barbara D’Urso, ha dovuto rinunciare ad alcuni sogni: “Non lo sapevo. A cinque anni avevo iniziato danza classica. Poi muore mamma e nessuno mi ha più iscritto a danza. La mia vita diventa un’altra. Ma da quando sono scappata da casa a 18 anni ricerco voracemente la danza. Alle sei mi alzo e già sono alla sbarra”. La conduttrice ha spiegato di essersene andata da casa perché non accettava la nuova vita di suo padre: “Papà si era risposato, erano arrivati altri tre fratelli e, quando stava per lasciare questa nostra meravigliosa famiglia allargata per un’altra, non potei accettarlo. In più lui era pazzescamente severo. A 16 anni, il sabato pomeriggio, mi era vietato andare a ballare. Io ci andavo, fingendo di essere al cinema”.