C’è un altro fronte dove la politica si dividerà e i diversi schieramenti politici saranno pronti a dar battaglia. Il tema non è all’ordine del giorno nell’agenda del Governo Draghi eppure gli schieramenti politici, da un punto di vista mediatico, hanno già scaldato i motori.
Stiamo parlando del reddito di cittadinanza. La riforma voluta dal Movimento 5 Stelle e approvata durante l’esecutivo Conte I a guida di una maggioranza grillo-leghista, non piace al centro destra e a Italia Viva.
Proprio Matteo Renzi durante il tour promozionale del suo libro ha dichiarato che sta per dar vita a un referendum abrogativo. Giorgia Meloni, invece, da Napoli ha definito il sussidio come, “metadone per tossici“. Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, si è mostrato scettico nei confronti del reddito.
Ha invece alzato le barricate in difesa del sussidio l’ormai neo leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. L’ex Premier su questo tema e quello della giustizia, da partito di maggioranza, sta guidando l’opposizione interna al Governo Draghi.
Ieri ho sollecitato il Presidente Draghi a prendere una posizione chiara e ferma in merito a un dibattito ‘inquinato’ che si trascina da giorni. Alcuni leader di partito hanno deciso di prendere di mira gli aiuti alle fasce più deboli e più esposte della popolazione. Non sorprendono le dichiarazioni di chi propone referendum per cancellare reddito e pensioni di cittadinanza per milioni di cittadini e famiglie in difficoltà economica. Quando, forti della propria esperienza di potere, si sottoscrivono contratti per centinaia di migliaia di euro con produttori compiacenti, il rischio di diventare insensibili ai bisogni dei più fragili è nelle cose. Dispiace anche il tono di chi parla di ‘metadone per i tossicodipendenti’ riferendosi al sostegno economico fornito con il Rdc dallo Stato a tanti italiani.
Non fa onore alla nostra democrazia e ai nostri valori il fatto che forze politiche che si candidano a governare il Paese possano perdere la bussola del rispetto per le difficoltà dei cittadini. Eventuali abusi vanno contrastati. L’ho detto io per primo. È per questo che abbiamo sin dall’inizio previsto che le dichiarazioni false costituiscono reato.
Ma la forza della Politica non può essere quella di correre dietro ai grumi di interessi economico-finanziari che hanno mezzi e risorse per far sentire la propria voce e per interferire nei processi decisionali. La forza della Politica deve esprimersi porgendo l’orecchio alla voce di tanti che soffrono e non hanno voce. Invito queste forze politiche ad approfondire le tante microstorie dei beneficiari del reddito, di oltre 1,3 milioni di minori e di mezzo milione di disabili per cui queste risorse rappresentano un sostegno imprescindibile per mangiare e per far fronte a bisogni di vita essenziali.
Le invito ad approfondire le storie di tanti precari che lavorano e non riescono a mettere insieme uno stipendio degno, tanto da dover ricorrere al Reddito per ‘sopravvivere’. Così come quelle di tanti pensionati che ricorrono alla pensione di cittadinanza per alleviare la sofferenza economica del proprio nucleo familiare. Invito tutti a fare un bagno di umiltà e di umanità, a rispettare storie e momenti difficili. A darsi da fare, invece di nascondere i principi della nostra Costituzione sotto una coltre di superficialità e slogan volgari.
Il Movimento 5 Stelle sta lavorando per migliorare il Reddito di cittadinanza e un suo più efficace collegamento con le politiche attive per trovare lavoro. Ma giù le mani da uno strumento che – dati alla mano – ha inciso positivamente sui livelli di povertà, sulle disuguaglianze.
Non consentiremo a nessuno di togliere gli ombrelli di protezione ai più deboli in mezzo a un diluvio. Abbiamo scelto di stare dalla parte di chi non ha voce, con buona pace per chi è pronto a raccogliere i fiati di chi ha potere economico ma non ha orecchi per chi non possiede nulla.
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