La testimonianza di un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere. La denuncia dopo l'uscita dal penitenziario: "Massacrati dopo la protesta"
Alla fine della video intervista si è alzato, ha tolto la maglietta e mostrato i segni di quelle violenze. Il filmato è stato pubblicato da La Repubblica e realizzato dall’Ansa. Protagonista uno dei detenuti, ora ai domiciliari, vittima della mattanza avvenuta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
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“Il giorno prima avevamo fatto una battitura per protestare contro la gestione dell’emergenza causata dal covid – ha raccontato il detenuto – Non potevamo più fare i colloqui con la famiglia e avevamo avuto la notizia di un detenuto positivo al coronavirus. Avevamo paura, non ci sono state date né mascherine, né l’amuchina. Il disinfettante ci costava 6 euro a flaconcino“.
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“Il giorno dopo – ha continuato il detenuto – squadre di agenti iniziarono ad entrare in ogni cella. A gruppi di quattro ci prendevano, picchiavano e conducevano in un’altra parte del penitenziario. Erano tutti corridoi fatti da agenti che ci hanno massacrati di botte fino al nostro arrivo nell’area passeggio“.
La testimonianza di un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere
“Ho deciso di denunciare – ha concluso il detenuto – anche per tutte le altre persone ancora recluse in carcere e che sono impotenti“. I fatti accaduti hanno costretto il Giudice per le indagini preliminari (Gip) a definire l’accaduto come, “uno degli episodi più drammatici di violenza contro i detenuti mai visti in una casa circondariale italiana“.
L’ordinanza ha visto indagare più di centro persone e colpire da misure cautelari (arresti, domiciliari e divieti di dimora) 52 tra agenti, funzionari, dirigenti e amministratori della Polizia penitenziaria. Questi ultimi sono stati sospesi dal servizio. Dopo la pubblicazione delle chat degli agenti e dei video dei pestaggi (pubblicati in esclusiva da Domani) la Ministra Cartabia ha dichiarato che a Santa Maria, “sono stati violati i principi costituzionali“.