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Arrestato prete orco, accusato di abusi su minori durante il catechismo

“La mia dolorosa storia sia la testimonianza che anche dopo dodici anni dalle violenze si puo’ denunciare”. Queste le parole del giovane che, con il suo esposto alla polizia, ha dato lo spunto all’avvio dell’inchiesta della Procura della di Enna e che oggi ha portato all’arresto, ai domiciliari, nel seminario di Ferrara, di don Giuseppe Rugolo, per violenza sessuale e abusi su minorenni.

Arrestato prete orco, accusato di abusi su minori durante il catechismo

“La Squadra Mobile di Ennae in particolare il suo dirigente, Nino Ciavola, che ha accolto la mia denuncia – aggiunge il giovane – hanno fatto un lavoro eccezionale riscontrando, insieme alla Procura, tutte le cose che io avevo raccontato. Invito chi ha subito abusi a denunciare, un atto che impone coraggio, ma che ti rimette in pace con te stesso”.

I fatti contestati si riferiscono sia al periodo in cui l’indagato era un seminarista che dopo essere ordinato sacerdote. I reati sono aggravati dal fatto di essere stati consumati in danno di minori a lui affidati per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica.

Gli investigatori, ascoltati i gravi fatti denunciati dal ragazzo, hanno immediatamente avvisato la Procura della Repubblica che ha coordinato le complesse indagini con Magistrati altamente specializzati in reati contro la persona.

Il giovane ha raccontato ogni dettaglio circa gli atti subiti tra il 2009 ed il 2013, ovvero da quando aveva appena compiuto 16 anni e fino ai 20. I Pubblici Ministeri hanno delegato ogni attività investigativa alla Squadra Mobile ennese che ha esaminato decine di persone informate sui fatti, molte delle quali hanno fornito elementi di riscontro a quanto denunciato dalla vittima. Molte delle persone a conoscenza dei fatti da anni non vivono più a Enna per motivi di studio o di lavoro e, pertanto, è stata richiesta la collaborazione delle Squadre Mobili di varie Questure d’Italia.

Oltre alle intercettazioni gli agenti hanno effettuato perquisizioni domiciliari accertamenti informatici, utili per ricercare elementi di prova. Grazie al prezioso lavoro della Polizia Postale, i contenuti dei numerosi supporti di memoria, computer e telefono cellulare, sono stati sequestrati, duplicati da un consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica e analizzati dalla Squadra Mobile di Enna.  In tal modo ogni dettaglio raccontato dalla presunta vittima ha trovato riscontro all’esito dell’attivita’ investigativa. Nel corso delle indagini sono emersi ulteriori reati commessi ai danni di altri due minori, nei confronti dei quali l’indagato ha svolto ruolo di guida spirituale. La Procura della Repubblica di Enna non esclude che possano esserci altre potenziali vittime.

redazione

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