Era il tre marzo scorso quando sulla sua pagina Facebook il Dottor Paolo Ascierto ha scritto: “È partita la sperimentazione di fase 1 del vaccino italiano Takis, che coinvolge l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale”, insieme al San Gerardo di Monza e allo Spallanzani di Roma e speriamo che questa possa essere un’ulteriore arma a nostra disposizione contro il COVID-19.
Il primi volontari a Napoli riceveranno il farmaco a partire all’inizio di aprile, dopo che saranno trascorse le prime 4 settimane necessarie a valutarne la sicurezza nei primi 6 pazienti trattati. Infatti, negli studi di fase 1 si procede con cautela, passo dopo passo. Si tratta di un vaccino a DNA, diverso da quelli esistenti a base di RNA messaggero, che garantisce anche la possibilità di essere modificato rapidamente per tener conto delle successive mutazioni del virus. Noi, come sempre, procediamo con cauto ottimismo“.
Ad oggi il Takis Rottapharm, quello che possiamo tranquillamente chiamare ‘vaccino italiano‘, ha – come riportato da GrandeNapoli – “tutte le premesse per essere un’ulteriore arma per sconfiggere il Covid. Il vantaggio di questo vaccino è che essendo vari pezzettini di Dna – ha spiegato Ascierto – possiamo modificarli e inserire per esempio il Dna delle varianti e quindi modificarlo all’occorrenza. Questa è una cosa che si può fare anche con gli altri vaccini ma il nostro è più versatile“.
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